L’oro nascosto

WJ #138

“I cani mi piace scoprirli come persone piene di sfaccettature. Persone non umane ma ugualmente complesse e interessanti. Ognuna con la sua storia, il suo carattere, simpatie e antipatie. Con la sua personalità, insomma.”

Danilo Mainardi

 

Con la legge 281 del 14/08/1991 in Italia per i cani e i gatti avviene una rivoluzione: lo Stato italiano infatti “promuove e disciplina la tutela degli animali d’affezione, condanna gli atti di crudeltà verso di essi, i maltrattamenti e il loro abbandono” e vieta la soppressione per i cani vaganti catturati o già detenuti nei canili. Ad oggi, l’ultima stima relativa ai cani rinchiusi nei canili in Italia è di circa 200.000 animali. Individui rinchiusi, contro la loro volontà e senza poter che possano capire il perché, il più delle volte a causa di catture sul territorio, lutti di familiari, rinunce di proprietà, smarrimenti o a seguito di denunce per maltrattamenti o sequestri.

Il canile viene spesso visto come un carcere ed effettivamente le similitudini tra queste due istituzioni non sono poche: quello che dovrebbe rappresentare un luogo di passaggio temporaneo fra passato e futuro, si rivela a volte un nuovo spazio di sofferenza e disagio; in una casa dove il cane dovrebbe poter essere seguito da persone competenti, capaci di accudire, comprendere e comunicare in considerazione di ogni singolo e diverso individuo, non sempre si riesce ad avviare il percorso positivo necessario a predisporre l’inserimento, il rispetto e la conoscenza reciproca con la nuova famiglia di adozione.

Questo progetto racconta la quotidianità di un canile piccolo, ma capace. Il canile di Monselice “Chiara Locrati” ospita oggi una quarantina di cani e circa quindici gatti, fino a cinquanta se si considerano gli affidi temporanei. Le giornate qui sono scandite dalle pulizie quotidiane dei box, dalla distribuzione dei pasti, dai momenti di socialità e gioco con gli altri ospiti, dalle passeggiate con i volontari e, più saltuariamente, dalle visite dei potenziali adottanti in canile. Le operatrici del Canile di Monselice, tutte dotate di un preparazione professionalmente in ambito cinofilo, si occupano di tutto questo con dedizione ineccepibile, oltre che degli incontri pre e post affido, della comunicazione e sponsorizzazione attraverso i social media, della formazione dei volontari e dell’organizzazione di esperienze in contesti urbani e di lavori educativi e riabilitativi che possano essere d’aiuto ai nostri amici pelosi nello sviluppo (o mantenimento) di tutte quelle competenze utili ad una futura, sana e finalmente felice adozione.

Il reportage

Scheda autore

Barbara Gioga

Barbara Gioga nasce a Padova nel 1992. Da sempre affascinata dal mondo animale, si diploma a Firenze come educatrice cinofila nel 2018 presso l’Istituto di formazione zooantropologica SIUA. Da sempre appassionata da questioni politiche e sociali, in special modo quella carceraria, oltre che di fotografia documentaria, linguaggio che adopera per raccontare le realtà, le cause, le lotte che la coinvolgono in prima persona. Così è stato con il canile di Monselice, dove svolge attività come volontaria oltre che fotografa.

 

Fotocamera: Canon EOS 80D
Obiettivo: Canon EF-S 18-55mm f/4-5.6 IS STM e Sigma 20mm-F/1.4 (A) AF DG HSM

English version

The hidden treasure

Photo and text by Barbara Gioga

 

“I like to discover dogs as multifaceted people. People who are not human but equally complex and interesting. Each one with its own history, character, likes and dislikes. With their own personality, in short.”

Danilo Mainardi

 

With law n.281 of 14/08/1991, a revolution took place in Italy for dogs and cats: the Italian State in fact ‘promotes and regulates the protection of affectionate animals, condemns acts of cruelty towards them, ill-treatment and their abandonment’ and prohibits the killing of stray dogs captured or already held in kennels. To date, the latest estimate of dogs locked up in kennels in Italy is around 200,000 animals. Individuals locked up, against their will and without being able to understand why, most often because of captures in the territory, bereavements of family members, renunciations of ownership, losses or as a result of complaints of mistreatment or seizures.

The kennel is often seen as a prison and indeed the similarities between these two institutions are not few: what should represent a temporary place of passage between the past and the future, sometimes turns out to be a new space of suffering and discomfort; in a home where the dog should be able to be cared for by competent people, capable of caring for, understanding and communicating with consideration for each individual and different individual, it is not always possible to start the positive path necessary to prepare for the insertion, respect and mutual acquaintance with the new adoptive family.

This project recounts the everyday life of a small but capable kennel. In Monselice ‘Chiara Locrati’ kennel nowadays houses around forty dogs and about fifteen cats, up to fifty if temporary fostering is taken into account. The days here are marked by the daily cleaning of the boxes, the distribution of meals, socializing and playing with the other guests, walks with the volunteers and, more occasionally, visits by potential adopters to the kennels. The operators of the Monselice kennels, all professionally trained in the field of dogs, take care of all this with unexceptionable dedication, as well as pre- and post-fostering meetings, communication and sponsorship through social media, volunteer training and the organization of experiences in urban contexts and educational and rehabilitative work that can help our furry friends develop (or maintain) all those skills useful for a future, healthy and finally happy adoption.