L’oro del Mulino

WJ #93

C’è un luogo alle pendici del Pratomagno, in Valdarno, dove l’acqua del torrente Ciuffenna scava il suo cammino da secoli e si fa strada tra le turbine di un vecchio mulino

 

Quello di Loro Ciuffenna, piccolo borgo medievale in provincia di Arezzo, è il più antico mulino ad acqua della Toscana tutt’ora funzionante. Unico rimasto di 14 mulini che sorgevano lungo il corso d’acqua, la sua struttura è in prevalenza quella originaria, costruita intorno all’anno mille ai margini di un orrido sul torrente Ciuffenna. E’ composto da 3 macine in pietra attivate da un albero centrale, il ritrecine, sulla cui estremità si trovano le pale che ne consentono il movimento sfruttando lo scorrere impetuoso dell’acqua. Le tre macine, ognuna con una finzione diversa, servono per il grano, per il granturco e per le castagne.

L’idea di sfruttare la potenza dell’acqua per azionare macchinari ed utensili risale a tempi molto antichi. Già nel I secolo a.C. Vitruvio testimonia l’utilizzo del mulino ad acqua nel suo Trattato d’Architettura, anche se la reale diffusione di questo mezzo avvenne solo in età carolingia tra XIII e IX secolo. Sostituire l’energia idraulica a quella animale o umana permise un aumento della produttività senza precedenti nell’antichità (l’energia prodotta da ciascuna ruota di un mulino ad acqua può macinare 150 kg di grano in un’ora, equivalente al lavoro di 40 schiavi), tant’è che i macchinari messi in funzione con la forza dell’acqua vennero usati fino all’era industriale, quando comparvero motori a combustione ed energia elettrica, e per alcune applicazioni artigianali, anche fino a qualche decennio fa.

Non manca però chi tuttora porta avanti l’antica tradizione, soprattutto per quanto riguarda la macinatura delle farine, come avviene nel mulino di Loro Ciuffenna dove da secoli si consumano le giornate dei mugnai e le loro storie. A mantenerlo vivo oggi si avvicendano due generazioni. Padre e figlio che con passione portano avanti un mestiere di fatica, sacrificio e attenzione. I mugnai seguono attentamente tutte le varie operazioni: l’arrivo del grano, lo spessore della macinazione, i vari gradi di setacciamento del macinato per la suddivisione dei diversi tipi di farine.

Ad un passo da lì il tempo va avanti frenetico, ma basta scendere qualche gradino tra macine e pale, per scordare in quale secolo siamo, inebriati dal profumo della farina e dal suono dello scorrere dell’acqua che con la forza che le è propria da’ sussistenza ad un paese che riconosce nel mulino la sua anima immortale.

Il reportage

Scheda autore

Cristina Corsi e Antonio Lorenzini

Cristina Corsi e Antonio Lorenzini sono uniti dalla pas- sione per la fotografia. Prediligono il “linguaggio” del bianco e nero che utilizzano per raccontare scene di vita quotidiana attraverso le loro emozioni che si fondono nella caratteristica del loro essere e del porsi di fronte alla vita. Spesso i loro soggetti si trasformano in personaggi onirici che ci parlano del loro vivere con delicatezza e potenza espressiva. Sono attratti da luoghi che conducono indietro nel tempo nonostante la loro attua- lità. Nel reportage trovano la massima espressione della semplicità e della verità.

Fotocamera: Canon EOS 6D
Obiettivo: 24/105mm e 40mm

English version

The mills gold

 

Photography by Cristina Corsi e Antonio Lorenzini

Story edited by Laura Pezzenati

 

There is a place on the slopes of Pratomagno where the stream Ciuffennas water has been digging its way for centuries through the turbines of an old mill

 

Loro Ciuffenna’ mill, in province of Arezzo, is the oldest water mill in Tuscany still working. It was built during the eleventh century on the edge of a ravine by the stream Ciuffenna. It ‘consists of 3 millstones activated by a central shaft (ritrecine) on whose ends there are some blades which allow its movement by exploiting the impetuous flow of water. The three millstones are used for wheat, corn and chestnuts.

The days and the stories of the millers have been consumed there for centuries. Nowadays, two generations, a father and son, take it in turns to carry on, out of time, a trade of effort, sacrifice and care. Just one step from there the time goes by fast, but as you go down to the old mill, you forget in which century you are, inebriated by the fragrance of the flour and by the sound of the running water, which gives life with its strength to a little town, which recognises in the mill its immortal soul.