Life after hell

WJ #96

Attraverso una narrazione collettiva fatta di ritratti, testimonianze e scene di vita comune raccolti in vari centri d’accoglienza in Italia, il progetto mira a restituire nomi, voci e volti a chi scappa da guerre, miseria e ingiustizie.

L’IOM ha stimato che a fine 2016 erano presenti in Libia tra i 700.000 ed il milione di migranti. Nella maggior parte dei casi sono detenuti illegalmente in campi gestiti da trafficanti armati e vengono sottoposti ad ogni tipo d’abuso, tra cui pratiche schiaviste e tortura (fonte: Amnesty International). In fuga dal loro paese prima e dalla Libia poi, tra gennaio 2014 e ottobre 2017, in media 8 persone al giorno sono morte nel Mediterraneo per raggiungere l’Italia. È la rotta migratoria più letale al mondo, con oltre 10.000 morti in 3 anni e mezzo (fonte: IOM).

Ciononostante, durante lo stesso periodo più di 500.000 persone hanno raggiunto le coste italiane, e oltre 270.000 hanno fatto richiesta d’asilo. Durante i 2 anni di attesa necessari per ottenere una risposta, i richiedenti asilo vengono ospitati in centri di accoglienza su tutto il territorio. Hanno diritto a vitto, alloggio, lezioni d’italiano e una modesta somma in denaro, ma a causa del loro imprecisato status legale, è quasi impossibile per loro ottenere un regolare contratto di lavoro.

Per realizzare ‘Life after Hell’, durante l’estate 2017 Marco Panzetti ha visitato 5 di questi centri di accoglienza, dal paesino alpino di Vedeseta a nord alla città siciliana di Messina a sud. Il risultato è un progetto multimediale dove fotografia, video, audio e testo si combinano per rivelare le testimonianze, a volte scioccanti, dei richiedenti asilo a proposito della Libia, dell’attraversamento del Mediterraneo e, in generale, della loro situazione in Italia.

Questa produzione è stata sovvenzionata dal Migration Media Award (premio giornalistico finanziato dalla UE) e sostenuta dai partner del premio: ICMPD (International Centre for Migration Policy Development) e Open Media Hub. Parte del materiale fotografico/video è stato prodotto su incarico della Croce Rossa Britannica e di SOS Méditerranée

Il reportage

Scheda autore

Marco Panzetti

Life after hell 16

Marco Panzetti (Bergamo, 1981) è un fotografo documentarista ed artista visivo. Il suo lavoro è incentrato su tematiche contemporanee legate a questioni identitarie, migrazioni e ingiustizia sociale.

Ha portato a termine con successo vari progetti in Europa, America Latina ed Asia, spesso in collaborazione o su incarico di organizzazioni no-profit e mezzi stampa. Benché la fotografia rimanga l’elemento fondamentale del suo lavoro documentaristico, Marco adopera anche altri linguaggi audiovisivi per creare opere multimediali immersive ed installazioni artistiche.

Il suo lavoro a lungo termine sulla crisi migratoria in Europa, ‘The Idea of Europe’ (in corso dal 2015) ha ricevuto vari riconoscimenti internazionali, tra cui la menzione d’onore al Lange-Taylor Prize del 2017 ed il primo premio nella categoria video al Migration Media Award del 2017.

English version

Life after hell

Photography by Marco Panzetti

Story edited by Cosimo Calabrese

 

Through a collective narration made of portraits, testimonies and daily life insights gathered at various reception centres across Italy, this project aims to return names, voices and faces to the refugees

 

The IOM estimated that as of the end of 2016 there were 700,000 to 1 million migrants in Libya. In most cases, they an unlawfully imprisoned in detention camps run by armed smugglers and suffer from all sorts of abuse, including slavery practices and torture (source: Amnesty International). Fleeing their country first and from Libya after, between January 2014 and October 2017 on average 8 people a day died in the Mediterranean trying to reach Italy. it is the most lethal migratory route in the world, with more than 10,000 deaths in 3 and a half years (source: IOM).

 

Nevertheless, during the same period more than 500,000 people reached Italian shor es, and over 270,000 of them applied for asylum. During the 2year wait for their cases to be processed, asylum seekers in Italy are hosted in receptic centres nationwide. They have the right to food, accommodation, Italian lessons and pocket money, but d ue to their undefined status it is nearly impossible for them to be legally employed.

 

Throughout the summer of 2017, Marco Panzetti visited 5 of those reception centres, from the tiny mountain village of Vedeseta in the north to the seaside Sicilian city of Messina in the south, to collect some of their stories. The result is life after Hell’, a multimedia project where photography, video, audio and text combine to reveal the sometimes shocking asylum seekers’ testimonies about Libya, the Mediterranean crossing and, ultimately, their situation in Italy.

 

This project was co-financed by the EU-funded Migration Media Award and supported by its partners ICMPD (International Centre for Migration Policy Development) and Open Media Hub. Part of the photo/video material was produced on assignment for the British Red Cross and SOS Méditerranée.