L’età della consapevolezza

WJ #100

Dal numero 31 al 40

Visto da fuori WJ gira quasi alla perfezione, visto da dentro decisamente meno. Il numero 37 è il primo realizzato senza Matteo Dones, che ci lascia per divergenze legate sia alla gestione del progetto, sia alla strategia per il futuro. Non riusciremo mai a colmare il vuoto umano e professionale lasciato dal “Mez”

Questo è un periodo controverso. Mentre WJ gira a pieno ritmo, dando forse il meglio di sé, all’interno del gruppo storico crescono le divergenze su come gestire tutte le attività della cooperativa. In questo contesto il progetto perde Matteo che ci lascia per prendere un’altra strada. Il problema non è solo come sostituire le sue competenze ma anche come ritrovare un equilibrio nel gruppo per così dire storico. Non riusciamo a far quadrare i conti di WJ e nonostante l’ingresso di nuovi collaboratori è sempre più complesso reperire le energie necessarie. Nel frattempo non riuscendo a trovare una soluzione su come pagare i servizi che il giornale pubblica ogni mese, iniziamo a creare una rete di distribuzione di lavori fotografici in cui coinvolgiamo, quando possibile, proprio coloro che hanno “regalato” a WJ un servizio fotogiornalistico. Non è gran cosa ma dimostra una volta di più la buona fede e l’intenzione del progetto che, lato nostro, continua a essere la più importante voce passiva del nostro bilancio. Non è solo una questione di ore lavoro ma anche di costi tecnici come l’hosting: più lettori significa dover affrontare investimenti pur di garantire tempi di risposta rapidi in termini di navigazione dei siti e del magazine.

Cosa succede nel mondo – Aprile 2010 / Maggio 2011

14 aprile: un sisma di 6,9 gradi sulla scala Richter causa quasi 3.000 vittime nella regione del Qinghai, in Cina. Si tratta del quarto terremoto devastante dell’anno.
20 aprile – Golfo del Messico: l’incendio e l’inabissamento della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon causa 11 morti e un gigantesco sversamento di petrolio, risultando il disastro ambientale più grave della storia americana.
1º maggio: A Shanghai (Cina) inizia l’Expo 2010.
17 maggio – Portogallo: il presidente della repubblica Aníbal Cavaco Silva, dopo aver annunciato che si sarebbe avvalso del diritto di veto, cambia opinione e firma la legge che regolarizza il matrimonio tra persone dello stesso sesso approvata dal Parlamento portoghese l’8 gennaio.
31 maggio: una flottiglia di attivisti pro-palestinesi, provenienti da varie nazioni e trasportante aiuti umanitari ed altre merci, tenta di violare il blocco di Gaza ed è intercettata e abbordata da forze navali israeliane nelle acque internazionali del Mar Mediterraneo, dopo aver rifiutato di fermarsi per essere scortata in un porto israeliano. Nell’abbordaggio perdono la vita otto attivisti turchi e uno statunitense, svariati i feriti, sia tra gli attivisti sia tra i soldati israeliani.
22 luglio: la corte internazionale dell’Aia dichiara la legittima indipendenza del Kosovo dalla Serbia.
20 agosto: si completa con dieci giorni di anticipo il previsto ritiro dei soldati Usa dall’Iraq che pone fine a sette anni e mezzo di guerra. 50.000 militari statunitensi restano nel paese solo per attività di addestramento dell’esercito iracheno.
5 settembre: l’associazione terrorista ETA annuncia, attraverso un video diffuso dalla BBC, il cessate il fuoco.
3 ottobre: la Germania finisce di pagare i debiti di guerra imposti dal Trattato di Versailles del 1919 in occasione del ventesimo anniversario della riunificazione tedesca.
13 novembre: dopo 15 anni di detenzione (sette passati agli arresti domiciliari) viene liberata la dissidente birmana e Premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi.
28 novembre: il sito WikiLeaks rilascia oltre 251.000 documenti diplomatici del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America, inclusi oltre 100.000 documenti contrassegnati come “segreti” o “confidenziali”.
17 dicembre: in Tunisia, Mohamed Bouazizi, un giovane ambulante, si dà fuoco davanti al palazzo del Governatorato di Sidi Bouzid per denunciare i soprusi delle autorità tunisine che volevano revocargli la licenza. L’episodio è considerato l’inizio della Primavera Araba, un insieme di movimenti popolari che portarono alla fuga del dittatore Ben Ali e si svilupparono in diverse nazioni arabe.
14 gennaio: in Tunisia, dopo violente proteste per i diritti civili e contro l’aumento dei prezzi dei generi alimentari, cade la dittatura di Ben Ali.
25 gennaio: in Egitto, a causa anche della caduta del regime tunisino, iniziano delle sommosse popolari contro il regime trentennale del Presidente Hosni Mubarak.
11 febbraio: si dimette dopo 30 anni di governo il presidente egiziano Hosni Mubarak.
24 febbraio: il leader della Libia, Mu’ammar Gheddafi, risponde al sollevamento del popolo inviando l’esercito che spara sulla folla. Si contano almeno 6.000 morti nella sola Tripoli, mentre a Zuara (occupata dai ribelli) la stima della stampa libica è di 23 morti e decine di feriti.
11 marzo: un terremoto con epicentro in mare, di magnitudo 9,0 della scala Richter (tra i dieci più forti della storia della sismografia), colpisce la regione di Tōhoku in Giappone. Il terremoto e le onde anomale conseguenti causano circa 11.000 morti accertati e oltre 17.000 dispersi; gli tsunami hanno interessato anche tutto il resto del bacino del Pacifico, causando un’altra vittima negli USA. Inoltre, a causa del maremoto, segue un terribile incidente alla centrale nucleare di Fukushima, che provoca la fuoriuscita di materiale radioattivo.
15 marzo: inizio della guerra civile siriana.
2 maggio: Osama bin Laden, emiro di Al-Qaida ed organizzatore degli attentati dell’11 settembre 2001, viene ucciso ad Abbottabad, in Pakistan, dai Navy SEALs americani.

Il reportage

Scheda autore

Amedeo Novelli

[:it]Direttore della rivista WJ 
Nato a Genova nel luglio del 1970, cresciuto a Roma prima di trasferirmi a Milano, città dove vive. Fotografo e giornalista professionista, nel 2007 fonda la rivista Witness Journal di cui è direttore responsabile. Dal 2007 a oggi abbiamo pubblicato 99 numeri per un totale di 886 reportage attraverso un meccanismo semplice ma che ribalta il paradigma classico del giornalismo. Ogni numero di WJ non è figlio di un piano editoriale: la redazione ha il solo compito di scegliere i reportage ritenuti di volta in volta più interessanti e assemblarli all’interno della struttura del giornale stesso. Un giornalismo per così dire dal basso che punta a coinvolgere le persone dando loro la possibilità di trasformarsi all’occorrenza da lettori ad autori.[:]