La grande paura
WJ #103“Quando si tratta di controllare gli esseri umani non c’è miglio strumento della menzogna. Perché vedete, gli esser umani vivono di credenze. E le credenze possono essere manipolate. Il potere di manipolare le credenze è l’unica cosa che conta”. Michael Ende
Un viaggio in quel bel paese spaventato e rabbioso, che è diventato l’Italia; fra comitati pseudo-apolitici, mobilitazioni d’orgoglio razzista e vessilli pro ‘legittima’ difesa.
Negli scatti di Massellani, c’è l’occhio di quel bambino che, sfogliando giornali e riviste portati a casa dai genitori, amava perdersi nelle storie e nelle foto pubblicate, dentro mondi lontani dal proprio.
Un lavoro, questo, nato per caso, da una discussione con amici di orientamento politico di destra, e dalla scoperta, man mano, di un mondo diverso dal proprio, pieno di paura e di rancore verso il diverso, in cui la manipolazione dei sentimenti può divenire lo strumento per ottenere il consenso elettorale.
Inizia così, per il fotografo emiliano, un percorso di documentazione sui social, attraverso l’iscrizione a gruppi ‘apolitici’ nei quali “cittadini normali sfogavano odio e paura verso i migranti e organizzavano manifestazioni contro strutture che ospitano migranti”, e di partecipazione alle manifestazioni in giro per l’Italia, durante le quali appare evidente nei proclami, nei manifesti, nei discorsi, lo stretto connubio tra xenofobia, paura e desiderio di vendetta privata.
Nel racconto di Masellani, ci sono volti e storie di ordinaria quotidianità, amorevoli madri e padri di famiglia, anziani nonnini, giovani dai visi puliti, che in nome della paura, alimentata da leader di partiti politici, diventano il nuovo branco di un mondo parallelo, alimentato dall’odio.