La grande paura

WJ #103

“Quando si tratta di controllare gli esseri umani non c’è miglio strumento della menzogna. Perché vedete, gli esser umani vivono di credenze. E le credenze possono essere manipolate. Il potere di manipolare le credenze è l’unica cosa che conta”. Michael Ende

Un viaggio in quel bel paese spaventato e rabbioso, che è diventato l’Italia; fra comitati pseudo-apolitici, mobilitazioni d’orgoglio razzista e vessilli pro ‘legittima’ difesa.

Negli scatti di Massellani, c’è l’occhio di quel bambino che, sfogliando giornali e riviste portati a casa dai genitori, amava perdersi nelle storie e nelle foto pubblicate, dentro mondi lontani dal proprio.

Un lavoro, questo, nato per caso, da una discussione con amici di orientamento politico di destra, e dalla scoperta, man mano, di un mondo diverso dal proprio, pieno di paura e di rancore verso il diverso, in cui la manipolazione dei sentimenti può divenire lo strumento per ottenere il consenso elettorale.

Inizia così, per il fotografo emiliano, un percorso di documentazione sui social, attraverso l’iscrizione a gruppi ‘apolitici’ nei quali “cittadini normali sfogavano odio e paura verso i migranti e organizzavano manifestazioni contro strutture che ospitano migranti”, e di partecipazione alle manifestazioni in giro per l’Italia, durante le quali appare evidente nei proclami, nei manifesti, nei discorsi, lo stretto connubio tra xenofobia, paura e desiderio di vendetta privata.

Nel racconto di Masellani, ci sono volti e storie di ordinaria quotidianità, amorevoli madri e padri di famiglia, anziani nonnini, giovani dai visi puliti, che in nome della paura, alimentata da leader di partiti politici, diventano il nuovo branco di un mondo parallelo, alimentato dall’odio.

Il reportage

Scheda autore

Filippo Massellani

[:it][:it]Filippo Massellani, vive e lavoro a Ferrara, adora i reality show come vite al limite e passare ore nei centri commerciali e outlet.

I suoi progetti fotografici si concentrano sulle contraddizioni sociali e sui problemi del cambiamento e delle percezioni nella società contemporanea. Con una spiccata predisposizione per l’ironia e un talento naturale per rivelare strati nascosti, combina sottilmente documentario e street photography con uno stile fresco e contemporaneo.

Ha pubblicato per riviste italiane e internazionali, tra cui The New York Times, The International Herald Tribune, Le Magazine du Monde, Vanity Fair, Internazionale, Vice.[:][:]

Fotocamera: Olympus Om-d Em-5 e Canon 5D mark II
Obiettivo: 17mm f 1.8 e 24/70mm f 2.8

English version

[:it][:it]

The big fear

Photography by Filippo Massellani

Story edited by Veronica Molese

 

 

A journey through that beautiful, frightened and rabid country, which has become Italy; between pseudo-apolitical committees, mobilizations of racist pride and claims pro ‘legitimate’ defense.

 

 

Today Italy is governed by a populist and extreme-right ultra-nationalist government, where racism, xenophobia and self-defense claims are becoming a feature of the Italian people. But how did we get to this?

For nearly three years, Filippo Massellani has been traveling through Italy to the discovery of a world full of fear and resentment towards the different, in which the manipulation of sentiments can become the instrument for obtaining electoral consent.

 

through the documentation on social media,  the registration to ‘apolitical’ groups in which “normal citizens give vent to hatred and fear towards migrants and organize demonstrations against structures that host migrants”, and participating in demonstrations around Italy, the photographer highlights the close marriage between xenophobia, fear and desire for private revenge.

[:][:]