Kein Bier vor Vier
WJ #115Kein Bier vor vier! è il proverbio preferito da queste parti, una sorta di slogan preso in prestito dalla saggezza popolare tedesca. Per capire cosa significa basta sedersi al bancone e chiedere a un cliente a caso. Mentre sorseggia una pinta alle 11 del mattino, ti risponderà sornione nella sua lingua madre: “Mai bere birra prima delle 4 del pomeriggio”.
Rivoluzione industriale. Berlino si popola di fabbriche e casermoni dormitorio che ospitano la forza lavoro. Il proletariato è confinato in zone popolari della città dove lavora duramente fino a 14 ore al giorno, trovando sollievo nei bar di quartiere che parallelamente cominciano a diffondersi in ogni angolo della strada.
Sono luoghi informali, fumosi e a volte anche un po’ brutali, ma altrettanto caratterizzati da un forte senso della comunità e condivisione.
Sopravvivono a due guerre mondiali e alla cortina di ferro: oggi, a un secolo e mezzo di distanza dalla loro nascita sono ancora così, accoglienti ed esteticamente approssimativi, mentre intorno a loro la città è diventata chic e vanesia.
Berlino era povera ma sexy un tempo, oggi è una metropoli europea di ricchi investitori, in pieno boom economico e immobiliare.
Da un lato la gentrificazione degli ex quartieri popolari trasformati in unità residenziali costosissime e in gallerie d’arte dove viene esposto il prezioso narcisismo del ceto creativo; dall’altro la diffusione delle start-up e la nascita di un neoproletariato impiegato nel terziario digitale, che mutua il proprio stile di vita dalle classi socialmente più influenti.
In uno scenario simile, gli storici bar della working-class si svuotano gradualmente; molti chiudono i battenti, altri vengono riconvertiti in locali alla moda, club o caffé, più adatti alle esigenze emotive di questo nuovo ceto subalterno. La loro estinzione è lenta, ma è anche il sintomo più tangibile di un cambiamento ormai irrevocabile nel tessuto culturale della metropoli tedesca.
Per documentarli era necessario partire proprio dalla gente che li abita da sempre: una periferia sociale di bariste, gestori e avventori sempre più sparuta e rarefatta. Un milieu omogeneo che rappresenta ancora oggi l’elemento più specifico e caratterizzante di questi luoghi, forse l’unico in grado di raccontarli in modo fedele.