K_alma
WJ #104di Alessandro Romagnoli
Testo a cura di Sara Forni
Dentro Kalm_a si lavora sodo, tutti hanno voglia di imparare un nuovo mestiere e di migliorarsi, ma “la cosa più bella che sentivo era l’atmosfera e l’allegria di quel posto, che per loro è una vera e propria isola felice”
“Un luogo dove ti senti protetto”. E’ la falegnameria sociale K_alma, che dal 2016, a Roma, nello storico rione Testaccio all’interno del Villaggio Globale, promuove progetti di inclusione sociale attraverso attività di artigianato, come la lavorazione del legno. Alessandro Romagnoli, da febbraio a luglio, è stato insieme ai migranti che due volte a settimana vanno in falegnameria per imparare l’arte della falegnameria, sotto l’occhio vigile di due falegnami esperti che li guidano svelando i trucchi del mestiere e facendo attività di volontariato.
K-alma nasce da un’idea di Gabriella Guidi che, già attiva nel sociale, ha creato questa realtà che si mescola tra le altre presenti al Villaggio Globale. Più che un’attività produttiva, Kalm-a è un progetto sociale con l’obiettivo di realizzare nuovi percorsi di vita individuale e, anche se si rivolge soprattutto a migranti stranieri (molti arrivano dall’Africa), le porte della falegnameria sono aperte a tutti i soggetti più ‘vulnerabili’, come i disoccupati. Anche grazie a collaborazioni esterne, come quella con il museo Pigorini che ha commissionato una serie di supporti per le opere in mostra, Kalm_a si sta facendo conoscere in città, tanto che oltre ai lavori ordinari, arrivano anche delle commissioni ben precise. Tavoli, sedie ma soprattutto gli “sgabelli, belli belli”, realizzati in legno e poi ricoperti con stoffe particolari, sono il pezzo forte della produzione. Anche l’uso della materia fa di Kalm_a una bottega diversa dalle altre: qui si usa materiale riciclato o di scarto. Tra i veterani ci sono Rashid e Cafrà, che aspirano a diventare falegnami di professione e più volte hanno raccontato ad Alessandro di quanto sia difficile la situazione nei loro paesi d’origine e che molti sono costretti ad andarsene perché non ci sono possibilità di sviluppo. Ma quando si trovano tra le mura della loro falegnameria a Roma “si sentono protetti e si dimenticano di tutto quello che accade fuori”. Dentro Kalm_a si lavora sodo, tutti hanno voglia di imparare un nuovo mestiere e di migliorarsi, ma “la cosa più bella che sentivo era l’atmosfera e l’allegria di quel posto, che per loro è una vera e propria isola felice”, racconta il fotografo.
Il reportage
Scheda autore
Alessandro Romagnoli
Alessandro Romagnoli si occupa principalmente di reportage e ritrattistica. Racconta storie dopo essersi completamente immerso nella realtà che ha scelto di fotografare, in modo da afferrarne l’essenza e poterla poi tradurre in immagini. Per questo cerca di avere sempre una forte motivazione che lo guidi nella scelta di un progetto. “Inizialmente mi sento sempre un intruso, un estreneo, ma so attendere paziente quel preciso momento in cui avverto di aver raggiunto l’ intesa e e creato il necessario legame per lavorare al meglio: un passaggio che ogni volta mi emoziona moltissimo.”
La sua fotografia è volta a sensibilizzare e avvicinare le persone alle realtà che racconta. Per farlo sceglie il codice che ritiene più efficace: la bellezza. “Trovo che sia fondamentale mostrare la bellezza di ciò che spesso è vittima di pregiudizio e discriminazione e che rischia di sparire per sempre,”
Fotocamera: Nikon DF
Obiettivo: 28mm f 2.8 e 35mm f 2
English version
K_alma
Photography by Alessandro Romagnoli
Testo a cura di Sara Forni
Inside Kalm_a you work hard, everyone wants to learn a new trade and improve, but “the best thing I felt was the atmosphere and joy of that place, which for them is a real happy island”.
“A place where you feel protected.” It is the social carpentry K_alma, which since 2016, in Rome, in the historic Testaccio district within the Global Village, promotes projects of social inclusion through craft activities, such as woodworking. Alessandro Romagnoli, from February to July, was with the migrants who twice a week go to carpentry to learn the art of carpentry, under the watchful eye of two experienced carpenters who guide them by revealing the tricks of the trade and doing volunteer work.
K-alma was born from an idea of Gabriella Guidi who, already active in the social field, has created this reality that mixes among others present at the Global Village. More than a productive activity, Kalm-a is a social project with the aim of creating new paths of individual life and, even if it is aimed mainly at foreign migrants (many come from Africa), the doors of the carpentry are open to all the most ‘vulnerable’, such as the unemployed. Thanks also to external collaborations, such as the one with the Pigorini Museum, which has commissioned a series of supports for the works on display, Kalm_a is making itself known in the city, so much so that in addition to the ordinary works, there are also very specific commissions. Tables, chairs and above all the “beautiful stools”, made of wood and then covered with special fabrics, are the highlight of the production. The use of materials also makes Kalm_a a different workshop from the others: here recycled or waste material is used. Among the veterans there are Rashid and Cafrà, who aspire to become carpenters by profession and have repeatedly told Alessandro how difficult the situation is in their countries of origin and that many are forced to leave because there are no opportunities for development. But when they find themselves within the walls of their carpentry in Rome “they feel protected and forget everything that happens outside”. Inside Kalm_a you work hard, everyone wants to learn a new trade and improve, but “the best thing I felt was the atmosphere and joy of that place, which for them is a real happy island,” says the photographer.