Io sono IO
WJ #126di Adriana Miani
Testo a cura di Adriana Miani e Matilde Castagna
“Solo se riusciremo a vedere l’universo come un tutt’uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo.”
Tiziano Terzani
Quando Luca all’età di soli tre anni ha cominciato a dimostrare insofferenza per il proprio corpo, intrappolato in abiti, schemi e convenzioni maschili, per lei e la sua famiglia si è aperto un mondo, di esclusione certo e sicuramente di difficoltà dettate da una società che ancora oggi non si dimostra in grado di comprendere e sostenere la bellezza, l’importanza e il ruolo fondamentale della diversità. C’è stato tuttavia anche qualcuno pronto a sostenerli e a guidarli lungo un percorso tutt’altro che semplice. Si tratta del Servizio di Adeguamento tra Identità Fisica e identità Psichica (SAIFIP), attivo dal 1992 e nato per accogliere le richieste e le esigenze di adulti, adolescenti e bambini con “Incongruenza di Genere”, una condizione caratterizzata da profondo disagio derivante dalla discrepanza tra il genere percepito da una persona e quello assegnato alla nascita.
È così che ha avuto inizio il cammino di Luca e dei suoi genitori volto al cambiamento di sesso, a partire dal blocco dello sviluppo della pubertà nel bambino con l’insorgere, man mano, dei suoi caratteri maschili, che possono essere gestiti senza danni per l’individuo.
In una società che, in barba ai codici costituzionali e alle dichiarazioni dei diritti universali, considera culturalmente la diversità un’aberrazione, ovvero uno spostamento, una deviazione rispetto alla via prevista e non un arricchimento, sono di vitale importanza l’aiuto, la comprensione e il sostegno di chi ci circonda, a partire dalla famiglia e dagli amici. Una via quest’ultima altrettanto poco scontata e con ogni probabilità mutevole e perigliosa se si calcolano le molteplici fasi di crescita e autodeterminazione che ogni individuo si trova a dover attraversare nella vita. Fortunatamente per Luca, la presenza della madre è stata e sarà sempre fondamentale nell’accompagnamento verso la sua trasformazione in donna a tutti gli effetti. E anche a scuola, dopo un primo periodo di difficoltà e pettegolezzi, il suo carattere forte e la precisa consapevolezza della propria identità sessuale hanno definito Luca per quello che semplicemente è: un’adolescente dai lunghi capelli, che ama truccarsi e indossare magliette strette. Oggi lei fa spallucce di fronte alle etichette e così dovremmo fare tutti, perché non c’è niente di più normale dell’essere, per fortuna, sé stessi.
Il reportage
Scheda autore
Adriana Miani
Nasce a Roma dove vive e lavora; si dedica alla fotografia con passione. Partecipa a numerosi workshop, conseguendo una borsa di studio presso la Scuola Romana di fotografia. Coordinatrice di gruppi di lavoro presso Officine Fotografiche a Roma, sono numerose le sue pubblicazioni in particolare riguardanti le tematiche sociali e i reportage di viaggi. Ha partecipato a diversi concorsi e preso parte ad esposizioni quali Cosmos Arles, sale museali fra cui Palazzo Rospigliosi, l’Auditorium di Roma, il Museo Macro-La Pelanda di Roma e il Museo Merulana
English version
I am WHO I AM
Photography by Adriana Miani
Story edited by Adriana Miani
At 3 years old, Luca started to show behaviours labelled as “feminine”. He refused to play with toys or to wear clothes that were “strictly masculine”, a discomfort that often led to hysterical episodes. His body didn’t match the identity he recognized as his own, on the contrary, it felt like a burden to him. He felt trapped in something which didn’t belong to him, and it disgusted him. His family realized they weren’t ready nor capable of addressing this delicate and unpredictable moment by themselves, so they contact the S.A.I.F.P. Association, established in order to support those who want to start the journey which will allow them to rectify the gender they were assigned at birth, providing them a guide and assistance. From that moment on, the process towards the blockage of the child’s puberty, as well as the onset of masculine traits (which doesn’t have any consequence on the individual), begun. Unfortunately, our Society is organized in schemes, precise rules and anything that is out of the ordinary is labeled as a deviance to be underlined and marginalized.
In these kinds of situation, the help and the cooperation of family and friends is vital, even though, sadly, it often can’t be taken for granted. In this specific case, the role of his mother has been and will continue to be fundamental in the process of helping Luca to become a woman. His path is already traced and is likely to be hard and tortuous. It’s a physical and psychological condition which both research and studies still struggle to identify, but it sure leads to the freedom of self-determination.
Today Luca is accepted at school after various difficulties, whispering, insinuating, etc. As a girl, she experiences the contradictions of any teenager but she wears makeup, puts on nail polish, tight t-shirts, long hair and shrugs when she notices that someone wants to label her because she has a strong character and her identity is up for debate.
The story that I decided to share is aimed at putting an end on erroneous judgments regarding the topic. Avoiding talking about the change in the right terms and aspects leads to taboos, discrimination, and bullying. On the contrary, it is important to talk about it, so that everyone can face the reality as it is: young people choose to change their gender because they do not recognize the one they were assigned at birth as their own.