Il valore dell’aria
WJ #99Un viaggio tra gli affetti, le ricorrenze, la quotidianità, le “ultime volte” di Armido che, malato di SLA, ha scelto di essere non spettatore, ma capitano della sua vita fino alla fine, con dignità e immensa umanità.
“…in faccia agli anni che minacciano sono e sarò sempre imperturbato. Non importa quanto angusta sia la porta, quanto impietosa la sentenza, sono il padrone del mio destino, il capitano della mia anima.” (William Ernest Henley – Invictus)
La sclerosi laterale amiotrofica, nota più comunemente come SLA, è una rara malattia neurodegenerativa che colpisce i motoneuroni del sistema nervoso centrale. Allo stadio iniziale è difficilmente diagnosticabile, in quanto assomiglia, per sintomatologia, ad altre patologie del sistema nervoso o che riguardano i muscoli.I malati di SLA perdono gradualmente il controllo di diverse funzioni vitali come camminare, respirare, deglutire e parlare.
Il decorso è inarrestabile, nelle ultime fasi della malattia il paziente è costretto alla sedia a rotelle perché paralizzato e a respirare tramite un supporto per la ventilazione meccanica, fino al decesso. Le cause che provocano la SLA non sono ancora del tutto chiare e ciò rende difficile la messa a punto di una terapia appropriata. Le uniche cure attualmente disponibili riescono soltanto ad alleviare i sintomi e a rallentare la progressione della malattia. Annualmente si ammalano di sclerosi laterale amiotrofica 1-2 persone ogni 100.000. I soggetti colpiti sono generalmente individui di sesso maschile, nella fascia di età compresa tra i 40 e i 60 anni. I pazienti con la SLA mantengono solitamente intatte le proprie capacità mentali e di pensiero, sono infatti lucidi e coscienti della propria condizione.
Armido ha saputo della sua malattia – una forma di SLA molto aggressiva – nel Settembre del 2016, a seguito di un grave arresto respiratorio. Dal momento del suo ricovero in RSA è iniziata un’atroce e lenta agonia, durante la quale Armido ha vissuto con straordinaria dignità una serie straziante di ultime volte: sempre perfettamente lucido, ha manifestato il desiderio di trascorrere a casa il suo ultimo Natale, di andare per l’ultima volta allo stadio a vedere giocare la Fiorentina e di essere presente in chiesa alla cresima del nipote. Dopo quasi un anno di battaglia con una malattia fra le più devastanti che possano colpire un essere umano, Armido – amorevole e gentile fino all’ultimo istante – ha acconsentito ad essere sedato. Lasciando il vuoto irreparabile di chi ha impartito, senza volerlo, lezioni di immensa umanità.