Il sentiero del capitano

WJ #109

“Le colline sono infinitamente più importanti della città”.  dal film Il partigiano Johnny – tratto dal romanzo di Beppe Fenoglio

I sentieri di montagna venivano spesso usati dai partigiani per nascondersi, difendersi, attaccare per poi velocemente ritirarsi in spazi solo da loro conosciuti perché impervi e poco tracciati. Quelli oggi rimasti sono ancora un simbolo importante delle lotte e della resistenza contro il nazifascismo.

Particolare significato assumono poi nell’alto Piemonte dove, nel 1944, era stata creata la Repubblica partigiana dell’Ossola e gli eccidi, a partire da quelli della Val Grande, furono atroci.

Il sentiero Beltrami, lungo tracciato che parte da Cireggio, un paese sul Lago d’Orta, per arrivare, attraverso boschi e montagne, a Megolo è dedicato al Capo partigiano Filippo Maria Beltrami, (Cireggio ,14 luglio 1908- Megolo,13 febbraio 1944,) e segue e racconta la sua fuga e quella del suo gruppo fino allo scontro finale.

Nell’autunno del 1943 con una trentina di uomini Beltrami da vita e prende il comando di una delle prime formazioni partigiane spontanee che operano nella zona di Quarna ,un paese a circa 900 metri tra il Cusio, la Val Strona e la Val d’Ossola. Dopo diversi spostamenti tra quelle montagne il primo gennaio del 1944 Il Capitano firma un manifesto per dire “basta!” ai massacri fascisti, lascia la Val Strona e , attraverso il sentiero, ricerca spazi più sicuri nell’Ossola.

Si ferma infine sulle alture di Megolo dove, il 13 febbraio 1944, rifiuta l’offerta di resa da parte dei tedeschi e muore in battaglia insieme ad altri 11 partigiani: Gianni Citterio, Antonio Di Dio , Carlo Antibo, Giovanni Bressani Bassano, Aldo Carletti, Angelo Clavena, Bartolomeo Creola, Emilio Gorla, Paolo Marino, Gaspare Pajetta ed Elio Toninelli.

Nel piccolo cimitero di Megolo è ancora sepolto Gaspare Pajetta e qui hanno voluto essere interrati anche i genitori di Gaspare e il fratello più grande, Giancarlo Pajetta.

Ogni anno tante persone di radunano e ripercorrono il “suo” sentiero e le “loro” fatiche per continuare a ricordare chi ha perso la vita per noi.

Il reportage

Scheda autore

Alberto Scandalitta

Bozza automatica 321

Nato a Milano, laureato in Scienze Politiche, vive e lavora nella sua città. Socio del Circolo Fotografico Milanese, sta seguendo diversi progetti per Associazioni e Onlus e ha appena completato “Michelle”, un racconto fotografico sul tema della cura dell’Alzheimer pubblicato nel mese di maggio 2019 da WJ. Il lavoro “il mio nome è Leonardo” è stato presentato durante la serata “Il senso del dono” a favore del Centro Benedetta D’Intino dello scorso novembre e le foto di questo progetto sono state pubblicate sul numero di giugno 2019 della rivista “Comunicare” e parte di esse utilizzate per il programma di Rai 1 “La prima volta” ( storie di donne e coraggio) e “l’ora solare” su TV 2000. “Il Sentiero del Capitano” , racconto sul Comandante Partigiano Filippo Maria Beltrami è stato finalista nel mese di ottobre 2019 per l’Italian Collection nell’ambito dell’Italy Photo Award, Festival della Fotografia Etica. E’ attualmente impegnato in un progetto a medio lungo termine sul tema della Sindrome di Tourette.

Fotocamera: Ricoh GR II
Obiettivo: 28 mm F/2,8

English version

The Captain’s Path

by Alberto Scandalitta

“Hills are extremely more important than cities” – From the movie Johnny The Partisan and Beppe Fenoglio’s novel

Mountain tracks were often used by Partisans to hide, defend, attack and then quickly withdraw to places that nobody else could know of, because mainly steep, difficult and nearly invisible. What remains of these tracks are an important symbol of fights and resistance against the Nazi and Fascist Parties.

Mountains paths have a deep meaning in Northern Piemonte, a region where, in 1944, the Partisan Republic of Ossola was born and horrible killings, like the one of the Val Grande, here took place.

The Beltrami is a long path that starts in Cireggio, a hamlet on the shore of Lake Orta, and reaches Megolo, crossing mountains and woods. Filippo Maria Beltrami is a leader of the Partisan Resistance, who escaped along this path and here he fought his last battle.

In the Autumn of 1943 with about thirty men, Beltrami founded one of the first spontaneous cells in the Quarna region. After many moves through the mountains on the 1st of January 1944, the Captain signs a Manifesto to say “STOP!” to the massacres of the Fascist Party. He leaves the Strona Valley, down the path he seeks for better shelter in Ossola.

Finally, he stops in Megolo hills where on the 13th of February 1944, refusing to compromise with  the Germans, he dies in the battle together with other 11 companions: Gianni Citterio, Antonio Di Dio , Carlo Antibo, Giovanni Bressani Bassano, Aldo Carletti, Angelo Clavena, Bartolomeo Creola, Emilio Gorla, Paolo Marino, Gaspare Pajetta and Elio Toninelli.

Every year people gather to walk and celebrate the same path that was chosen by that group of Partisans who once decided to give their lives for all of us.