Il coraggio impermeabile
WJ #149Siete rimasti senza scuse e noi siamo rimasti senza più tempo. Noi siamo qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no.
Greta Thunberg, COP24
Il 19 ottobre la città di Bologna registra il record assoluto di pioggia giornaliera caduta da inizio del Novecento, circa due terzi della precipitazione media mensile. L’innalzamento dei livelli dei corsi d’acqua causa esondazioni di fiumi, torrenti e frane con trasporto di materiale solido nei centri abitati. Il maltempo colpisce anche le province di Ravenna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia. Si tratta della quarta alluvione che investe la regione nell’ultimo anno e mezzo, a seguito di quella avvenuta lo scorso 18 settembre e di quelle risalenti alla primavera 2023. I danni riguardano sia le abitazioni private che le attività commerciali, con una vittima registrata ed evacuazioni di migliaia di persone.
Ma cosa è rimasto di tutto questo il giorno dopo? Il fango, i danni, la disperazione, ma anche un forte senso di solidarietà.
In via Andrea Costa, che collega il centro al quartiere Porto-Saragozza, e in via San Mamolo, lo sguardo si posa su oggetti e mobili infangati recuperati da cantine, garage e negozi sommersi; in ogni angolo ci si imbatte in catene umane che spalano senza sosta. Una signora stende alla finestra che dà sulla strada gli abiti sporchi e inzuppati del marito, dopo che il suo giardino è stato completamente sommerso dall’acqua; un incaricato di Hera dà direttive al collega che si occupa di rimuovere cumuli di oggetti e ricordi che sono stati spazzati via in una notte. Tutto questo perché l’alluvione è stata anche qui, in mezzo ad un silenzio profondo interrotto solo dagli elicotteri che sorvolano il cielo.
Il 26 ottobre circa 1500 persone guidate dalla Rete Emergenza Climatica e Ambientale, Legambiente e Comitato Besta, hanno partecipato al corteo regionale “Non è maltempo, ma crisi climatica”, scendendo per le strade di Bologna e chiedendo un cambio di rotta a livello politico per tutelare l’ambiente e gestire i, sempre più frequenti, fenomeni catastrofici generati dalla crisi climatica. Nel frattempo, nella capitale azera dall’11 novembre si tiene la Cop29 (29esima Conferenza Annuale sui Cambiamenti Climatici), un’opportunità per i leader mondiali di raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e contenere il riscaldamento medio globale al di sotto della soglia dei 2°C, ma ancora una volta la regia sembra essere nelle mani delle lobby fossili, autori di una sceneggiatura già vista.