Hybris
WJ #140L’uomo potrà anche colonizzare il sistema solare, ma appena sorge il sole si troverà spiazzato nei confronti del canto di un gallo.
(Pasquale Cacchio, in Frantumi, 2010)
La Basilicata, conosciuta anche come Lucania (“la terra della luce”), è una piccola regione del Sud Italia dove si trova il più importante giacimento di greggio in terraferma d’Europa, quello della Val D’Agri, in concessione ad Eni SPA per il 61% delle quote, e a Shell con il 39%, con 24 pozzi in produzione e un impianto di primo trattamento del greggio, il Centro Olio Val d’Agri (COVA) della capacità nominale di 104.000 barili/giorno. Lo sfruttamento del giacimento petrolifero è iniziato negli anni ’90 e sono stati diversi i casi di inquinamento e di incidenti importanti. Per citare soltanto quello più eclatante, nel 2017 uno sversamento di idrocarburi ha interessato il centro oli di Viggiano e la falda sottostante, portando la Procura di Potenza ad avviare un’inchiesta per danni ambientali. Prima della scoperta dei giacimenti la regione era per lo più un’area rurale, con piccoli villaggi in cima alle montagne abitati da contadini e pastori. Gli spazi ampi e aridi, tipici delle aree montuose vicine al Mediterraneo, l’arretratezza e il misticismo degli abitanti hanno ispirato registi neo-realisti come Pier Paolo Pasolini e Francesco Rosi (che a Matera hanno ambientato rispettivamente Il Vangelo secondo Matteo e Cristo si è fermato ad Eboli).
Ma da venticinque anni a questa parte tutto questo patrimonio storico e sociale è andato perdendosi insieme alla popolazione, soggetta sempre più a fenomeni migratori. Cosimo Calabrese, guidando e camminando lungo queste zone, è stato attratto dai segni, dalle rovine e dal vuoto lasciato dagli esseri umani nel corso dei secoli: templi greci, vecchi villaggi, oleodotti, stazioni di servizio abbandonate, fabbriche e fattorie, bizzarri parchi a tema. Le montagne, la conformazione rocciosa del terreno e il vuoto dello spazio, fanno sembrare tutto alieno o, peggio ancora, alienato.
La Lucania è anche uno dei luoghi migliori in Europa in cui gli astronomi possono vedere il cielo lontani dall’inquinamento luminoso. Nella regione ci sono due grandi osservatori astronomici e la sede dell’Agenzia Spaziale Italiana. Secondo gli scienziati, gli esseri umani saranno una specie multi-planetaria tra 25 anni. In realtà sappiamo meno del 5% della materia dell’universo, l’altro 95% è materia oscura, quindi stiamo sfruttando la Terra e stiamo per colonizzare altri pianeti, ma siamo quasi ciechi di fronte all’universo.
Queste riflessioni hanno portato l’autore ad avviare una ricerca e un’indagine sul comportamento colonizzatore dell’essere umano, sull’attitudine a razziare risorse e sull’ambigua cecità e arroganza della nostra specie.