Here comes the sun
WJ #127La sindrome di Down è una condizione genetica legata alla presenza di una terza copia del cromosoma 21. Non è una malattia, né può essere curata, è una caratteristica della persona che l’accompagna per tutta la vita. Ma non l’unica. Si unisce all’ironia, alla capacità di non prendersi sempre sul serio, alla spontaneità di esternare emozioni e affettività.
In questi ultimi decenni molte cose sono cambiate, dall’aumento delle aspettative di vita, alla possibilità di istruirsi, crearsi una propria famiglia e ambire ad un posto di lavoro. I dato stimati, però, non sono ancora soddisfacenti. Se confrontiamo quelli forniti dall’European Down Syndrome Association (EDSA,2018), in Italia solo il 13% delle persone affette da trisomia 21 lavora regolarmente.
Tra questi, i ragazzi de La Locanda dei Girasoli, lo storico ristorante romano del Quadraro –quartiere della periferia est della capitale – che permette, attraverso l’inserimento attivo, il riconoscimento di un ruolo nella società. Ed è proprio qui, dove si sentono “famiglia”, che questi ragazzi danno libera espressione alla loro unicità e identità.
Per due anni questo ambiente intimo ed accogliente ha rappresentato lo spazio dove fotografare le dinamiche di routine lavorativa, i momenti di connivenza e le manifestazioni di affetto. I ragazzi diventano, così, delle sinestesie narranti un mondo amicale dal quale – come i girasoli – traggono energia vitale e verso il quale tendono il loro volto puro.
La Locanda dei Girasoli è attiva dal 1999 nonostante nel corso della sua storia abbia dovuto affrontare numerose difficoltà. Grazie all’impegno e alla dedizione dei ragazzi, ma anche al supporto di numerosi sostenitori, è riuscita sempre a garantirsi l’autosufficienza. Le varie chiusure forzate legate all’emergenza da COVID-19 e le nuove misure adottate hanno causato l’ultimo duro colpo all’attività.
Dall’11 gennaio le serrande della Locanda si sono chiuse e con esse i sogni dei ragazzi. Si apre ora una fase di trattative con le istituzioni per preservare una realtà umana e occupazionale che non può e non deve morire.