Guardian Angel
WJ #129di Federica Lamagra
Testo a cura di Federica Lamagra e Valerio Di Martino
Il legame che unisce la tua vera famiglia non è quello del sangue, ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite. Di rado gli appartenenti ad una famiglia crescono sotto lo stesso tetto. (Richard Bach)
Il tema della migrazione, per noi italiani, è sempre stato controverso. Troppo preoccupati di costruire un’identità nazionale, laddove forse non ce n’è nemmeno il bisogno, noi italiani ricordiamo esclusivamente di essere o di essere stati un popolo di poeti, quando forse bisognerebbe ricordarsi che siamo stati anche un popolo di navigatori. Eppure, esiste ancora quel tipo di politica che tende a far leva sull’associare parole come “minaccia” e “invasione” a un nuovo popolo di navigatori, che non è così diverso dal nostro. Probabilmente, finché ci sarà qualcuno disposto ad ascoltarle, queste voci non cesseranno. Ma il nostro compito è fermarci, osservare, conoscere.
Conoscere, per esempio, la storia di Ashraf e Rosetta. Lei è una donna di 76 anni, solare e fiera dei suoi anni passati a impegnarsi nel sociale. Ha vissuto sola per un lunghissimo periodo durato 43 anni, interrotto solamente nell’estate del 2020, quando ha deciso di compiere una scelta che ha segnato un punto di svolta nella sua vita: ha accolto tra le mura di casa sua Ashraf, ragazzo migrante originario del Bangladesh. Qui, Ashraf ha trovato un lavoro e una casa, e ha trovato in Rosetta un angelo custode. La loro storia è poi diventata spunto per un libro, scritto e pubblicato dalla stessa Rosetta, che vanta anche di una collezione di premi di letteratura. Il libro, dal titolo Verso l’ignoto. Storia di un migrante, racconta l’intera storia di Ashraf, del suo drammatico viaggio per arrivare in Italia e delle violenze subite dai trafficanti, fino alla riscoperta di un nuovo amore materno. Rosetta rivela infine che molte persone le avevano sconsigliato di ospitare un migrante in casa sua, ma a questi lei si sente di rispondere: «credo sia la cosa più bella che io abbia realizzato nella mia vita. Mi è arrivato Ashraf, originario del Bangladesh, un ragazzo speciale, un dono per me.»
Il reportage
Scheda autore
Federica Lamagra
Federica Lamagra nasce a Napoli nel 1986. Nel 2015 frequenta il corso di fotogiornalismo presso il Centro Culturale UPNEA con Roberto Stella e Sergio Siano, e al termine dell’esperienza espone il suo primo reportage, un lavoro sul quartiere del Rione Sanità, che si classifica al terzo posto della categoria Street Photography del FIIPA2019 (FIOF International Photography Awards). Successivamente si dedica al progetto “Giulietta” mentre studia fotografia analogica e digitale presso il Centro di Fotografia Indipendente e frequenta un seminario di fotografia documentaria e paesaggistica presso Officine Fotografiche di Roma.
Fotocamera: Fujifilm X-T3
Obiettivo: Fuji 18-55mm f 2.8
English version
Guardian Angel
Photo by Federica Lamagra. Text by Federica Lamagra e Valerio Di Martino
“The bond that links your true family is not one of blood, but of respect and joy in each other’s life. Rarely do members of one family grow up under the same roof.” (Richard Bach)
Migration, as Italians, has always been a controversial issue. Overly concerned with building a national identity, even when perhaps there is no need, we Italians exclusively recall that we are or have been a nation of poets, whereas we should remind ourselves that we have also been a nation of navigators. And yet, some politicians tend to associate words like ‘threat’ and ‘invasion’ with a new population of navigators, which is not so different from ours. Probably, as long as there is someone willing to listen to them, these voices will not cease. However, our task is to stand still, to observe, to know.
To know, for example, the story of Ashraf and Rosetta. She is a 76-year-old woman, cheerful and proud of her years of social work. She lived alone for a very long period of 43 years, interrupted only in the summer of 2020, when she decided to make a choice that marked a turning point in her life: she welcomed Ashraf, a migrant boy from Bangladesh, into her home. Here, Ashraf found a job and a home, and found in Rosetta a guardian angel. Their story became the starting point for a book, written and published by Rosetta herself, who also boasts a collection of literature awards. The book, entitled Verso l’Ignoto. Storia di un migrante, (Towards the unknown. The story of a migrant), covers Ashraf’s entire story, his dramatic journey to Italy and the violence he suffered at the hands of traffickers, up to his rediscovery of a new motherly love. Rosetta finally reveals that many people had discouraged her from hosting a migrant, but to these she replies: ‘I think it is the most beautiful thing I have achieved in my life. I got Ashraf, originally from Bangladesh, a special boy, a gift for me.”