Gagauzia, identità in bilico
WJ #104di Stefano Marzoli
Testo a cura di Michela Morelli
La formazione degli Stati contemporanei è basata sull’idea di nazione. I confini fra maggioranza e minoranza non hanno carattere naturale, ma sono derivati dal processo di formazione e assunzione del principio di nazionalità come fondamentale, cioè di una popolazione che vuole formare un proprio Stato caratterizzandolo chiaramente secondo legami culturali, linguistici e religiosi.
La Gagauzia è una regione della Moldavia dove vive un’antica minoranza turcofona di fede ortodossa nata in Bessarabia dallo scontro tra l’impero Russo e quello Ottomano. La Moldova ha raggiunto l’indipendenza nel 1991, avviandosi all’integrazione con l’Unione Europea. Agli inizi degli anni Novanta anche la Gagauzia ha chiesto l’indipendenza dalla Moldova, ma a differenza della Transnistria, rappresenta un valido esempio di come possa essere gestita tale situazione in modo differente.
Il governo moldavo è stato in grado di evitare la secessione di questa regione in modo pacifico, fornendo un’ampia autonomia regionale e consentendo a questa popolazione di continuare a ricevere la protezione della Russia e della Turchia. Dopo la dichiarazione di indipendenza nel 1990 a cui seguirono alcuni momenti di tensione, si arrivò nel 1994 a un accordo che sancì una larga autonomia del territorio. La Gagauzia fu dichiarata “unità – nazionale – autonoma” con autorità locali legislative ed esecutive.
Nonostante sia stata evitata una sanguinosa guerra come quella transinistriana non sono mancati problemi legati all’ampia autonomia, e a come è stata gestita dal governo centrale. La vita dei Gagauzi è legata alla terra e in modo particolare alla viticoltura, che rappresenta la principale fonte di sussistenza nei questa gente. Nonostante viva in condizioni di estrema povertà questo popolo manifesta un grande orgoglio per la propria identità culturale. Il popolo gagauzo è composto da circa 200 000 persone che parlano il gagauzo, una lingua estremamente simile a quella parlata in Turchia dalla quale si differenzia unicamente per alcuni aspetti morfologici e parte del vocabolario, cosa che non influenza la comprensione reciproca tra i due popoli.
Il fotografo Stefano Marzoli nel suo reportage ha colto i momenti di vita quotidiana di questa popolazione che vive in una sorte di semi autonomia, mettendone in risalto i principali aspetti, come quello lavorativo, quello di svago e quello religioso. La motivazione che lo ha spinto a fotografare questo popolo è il suo impegno per la tutela dei diritti umani e delle minoranze.
Il reportage
Scheda autore
Stefano Marzoli
Stefano Marzoli nasce a Pescara nel 1979, vive e lavora a Bologna. Ha conseguito la laurea in Comunicazione di Massa e il titolo professionale di fotografo – grafico approfondendo la tecnica analogica, la stampa in camera oscura, l’elaborazione digitale delle immagini e lo studio della grafica. Ha lavorato come giornalista sia per la carta stampata che per la televisione e come graphic designer in numerose agenzie pubblicitarie. Attualmente impegnato come fotografo contributor presso l’agenzia LUZ di Milano. Ha realizzato reportages in Kosovo, Montenegro, Bosnia Erzegovina, Finlandia, Turchia, Bulgaria, Romania, Russia, Moldova e in Italia .
Si è interessato principalmente di immigrazione, tutela dei diritti umani, delle minoranze etniche e delle conseguenze sociali dei conflitti armati.
English version
Gagauzia
Photography by Stefano Marzoli
Story edited by Michela Morelli
The formation of contemporary states is based on the idea of nation. The boundaries between majority and minority don’t have a natural character, but comes from the process of formation and assumption of the principle of nationality as fundamental, that is of a population that wants to form its own state, clearly characterizing it according to cultural, linguistic and religious ties.
Gagauzia is a Moldovan region where an ancient Turkic minority of Orthodox faith lives, born in Bessarabia from the clash between the Russian and Ottoman empires.
Moldova achieved independence in 1991, moving towards integration in the European Union. At the beginning of the ’90, Gagauzia also demanded independence from Moldova, but unlike Transnistria, it represents a valid example of how the situation can be differently managed.
The Moldovan government has been able to avoid the secession of this region in a peaceful way, providing broad regional autonomy and allowing this population to continue to receive protection from Russia and Turkey.
After the declaration of independence in 1990, followed by some tension moments, in 1994 an agreement was reached that sanctioned a wide autonomy of the territory. Gagauzia was declared an “autonomous national unit” with local legislative and executive authorities.
Although a bloody war was avoided, like the Transnistrian one, the wide autonomy and on the management of the central government have been anyway the cause of various problems.
The life of the Gagauzi is linked to the land and above all to viticulture, which represents the main source of subsistence for the people. Despite the conditions of extreme poverty, this people shows great pride in their cultural identity.
The Gagauzi people is composed of about 200 000 people who speak gagauzo, a language extremely similar to Turkish, from which it differs only in some morphological aspects and part of the vocabulary, which does not influence mutual understanding between the two peoples.
The photographer Stefano Marzoli in his report took the moments of daily life of this population, depicting the time of work, leisure and religious faith. The photographer’s eye was driven by the interest and commitment to protect human rights and minorities.