G7

WJ #90

Nei giorni del meeting del G7 Taormina ha convissuto con la paura di possibili scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Per due giorni molte attività della cittadina siciliana sono state interrotte, mentre i leaders mondiali discutevano all’interno del Palacongressi

Il 26 e 27 maggio i potenti della Terra si sono incontrati a Taormina per l’annuale meeting del G7, il forum informale che riunisce i sette paesi più industrializzati del mondo occidentale. I leaders di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna e Stati Uniti hanno discusso in particolare di sicurezza, migrazioni e lotta al terrorismo e hanno fatto un ulteriore passo indietro sulle politiche riguardanti i cambiamenti climatici, da sempre questione delicata e divisiva nelle relazioni tra i vari paesi, con Trump che pochi giorni dopo il summit ha fatto ritirare gli Stati Uniti dagli accordi di Parigi.

Nel frattempo a Giardini Naxos, ai piedi di Taormina, montava tra la popolazione la paura per le manifestazioni anti-G7, paura probabilmente alimentata anche dal ricordo degli incidenti che hanno caratterizzato le precedenti riunioni dell’organizzazione. I residenti del lungomare hanno protetto con una serie di pannelli le vetrate di negozi e ristoranti, temendo di subire danni da eventuali scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. La protesta, che ha riunito molte meno persone delle 3000 attese dagli organizzatori, anche a causa del blocco da parte della polizia di alcuni autobus di attivisti diretti ai Giardini Naxos, è stata quasi del tutto pacifica. Solo un gruppo di persone ha cercato di forzare il blocco di polizia e carabinieri, che hanno risposto lanciando una serie di lacrimogeni contro i manifestanti. La maggioranza del corteo ha manifestato la propria contrarietà con il tentativo di sfondamento portato da uno sparuto gruppo.

Ma il G7 ha ancora senso?
di Francesco Anfossi

Al di là delle dichiarazioni di intenti, vale la pena spendere 55 milioni di euro per una foto opportunity dei grandi dell’Occidente?

C’ è una domanda crescente che riguarda i G7 almeno a partire dagli anni ’ 90: a che cosa servono i G7? La domanda si pone anche per l’ ultimo summit di Taormina, soprattuto di fronte alle immagini dell’ impressionante spiegamento di forze per difendere i sette potenti della Terra convenuti nella perla della Sicilia orientale. Davvero lo sforzo organizzativo (55 milioni di euro escluse le spese per la sicurezza) vale la candela? Non si tratta di una formula ormai inadeguata e anacronistica? O addirittura di sortire l’effetto opposto: mostrare un bel club di uomini ricchi e potenti felici di ostentare l’egemonia occidentale?

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Il reportage

Scheda autore

Nicola Zolin

Nicola Zolin è un fotogiornalista e scrittore nato a Marostica (VI) nel 1984. Tra i suoi progetti documentari principali: la vita parallela dei giovani in Iran, le storie dei rifugiati lungo la rotta balcanica e in Italia, le contraddizioni della crescita cinese, le competizioni idriche tra i paesi che condividono i principali fiumi internazionali e una serie di reportage su persone che con i loro progetti stanno cambiando il mondo. Collabora con i principali quotidiani e magazine internazionali tra i quali De Volkskrant, Der Spiegel, La Repubblica, Al Jazeera, Internazionale. Ha scritto “I passeggeri della Terra” per Polaris editore.

Fotocamera: Canon 6D - Leika Q
Obiettivo: Canon 24-105mm e Leica 28mm

English version

G7

Photography by Nicola Zolin

Story edited by Simone Luchessa

During the G7 meeting, Taormina lived with the fear of possible clashes between demonstrators and police. For two days, many activities of the Sicilian town were interrupted, while world leaders discussed in the Palacongressi

On May 26th and 27th, world leaders met in Taormina for the annual meeting of the G7, the informal forum gathering the seven most industrialized countries of the western world. The leaders of Italy, Canada, France, Germany, Japan, Great Britain and Usa focused particularly on security, migration and the fight against terrorism. They took a further step backwards on climate change policies, a delicate and divisive issue in the relations between the different countries, with Trump withdrawing the United States from the Paris Climate Agreement few days after the summit.

Meanwhile, in the Naxos Gardens in Taormina, the fear was spreading among the population for the anti-G7 demonstrations, probably because of the incidents occurred during the previous meetings. Seafront residents secured shops and restaurants windows with panels, fearing damages during the clashes between protesters and police. The protest brought together less than 3000 people, as it was expected by the organizers, also because the police blocked some of the buses of activists directed to Naxos Gardens, and it was carried out quite peacefully. Just a group of people tried to force the police block, who responded by launching a series of tear gas against protesters.

Scuffles break out, tear gas fired at end of G7 protest

by Steve Scherer and Sasa Kavic

A group of protesters sought to break through a police cordon at the end of a protest march against world leaders meeting on the island of Sicily on Saturday, scuffling with security forces, who fired tear gas to disperse them

After hundreds of people had peacefully marched through the streets of the seaside town of Giardini Naxos, down the hill from where a Group of Seven meeting had been held, a smaller group of about 100 people peeled off from the pack and challenged riot police.

When they tried to flank them by running along the beach, police charged and fired tear gas. Protesters washed their eyes out with water and an ambulance appeared to take away at least one injured person.

Italy had massive security measures in place for the protesters who accused world leaders of ignoring the interests of ordinary people.

Though some 3,500 were expected to turn up, the actual turnout appeared to be about half of that.

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