Favola di Venezia

WJ #106

“…In questa città succedono cose incredibili…” (Corto Maltese – Hugo Pratt)

Questa era Venezia, la bella lusinghiera e ambigua, la città metà fiaba e metà trappola… così la descrive Thomas Mann. Perché Venezia, una città come tutte le altre davvero non lo è mai stata. Si dice infatti che tutti dovrebbero visitarla almeno una volta nella vita il che, probabilmente, è vero. Ma a quale prezzo? Forse non proprio quello pagato da Gustav Von Aschenbach.

Un articolo datato 6 agosto sull’edizione veneta del Corriere, riprende la copertina della recente edizione di The Week, una vignetta a tutta pagina del Ponte di Rialto sul Canal Grande, sovraccarichi di persone, gondole, traghetti, droni, elicotteri (e un parapendio), dall’eloquente titolo: “Ospiti indesiderati – La maledizione del sovraffollamento turistico”.

Stiamo parlando di Overtourism, secondo l’Oxford Dictionary “Un eccessivo numero di turisti che si traduce in danno ambientale e impoverimento della qualità della vita dei residenti”. Per Venezia è di 25 milioni di visitatori all’anno, 32mila passeggeri delle navi da crociera e 500mila escursionisti giornalieri. “Eccesso, sovraffollamento, obesità da visitatori”, scrive il Corriere per riportare la tesi del settimanale britannico, la cui disamina colpisce un sistema turistico più che bulimico e fuori controllo e che, al pari del sistema capitalista, distribuirebbe diversamente le risorse per riversarle solo su poche mete prescelte, con conseguenze negative per i visitatori e devastanti, anche commercialmente, per la destinazione turistica.

Venezia potrebbe fare eccezione anche in questo? Le sue intricate calli sono notoriamente magiche, ma non è facile togliersi dagli occhi il fotogramma di quella nave gigantesca che, per un soffio, quasi entrava dritta per dritta in piazza San Marco, sfondandola. Sembra che al problema delle Grandi Navi a Venezia, lungamente discusso e vagliato da governi di orientamento politico opposto, non si sia ad oggi voluta dare alcuna soluzione concreta, a dispetto dell’enorme impatto ambientale, visivo ed economico sulla città. Che la minaccia di Morte a Venezia basti davvero a far cambiare le cose? Come per molte altre scelte che riguardano non solo più il futuro e l’economia, ma la sopravvivenza stessa di ciò che ci circonda, è sempre più evidente che non possiamo più aspettare.

A Corto Maltese, che il 34 di dicembre si sorprende ad attendere l’anno nuovo in ritardo, Bocca Dorata spiega che a Venezia i giorni sono sempre un po’ più lunghi. Come il filtro con cui Marco Rappo decide di raccontare scie di passaggi, che confondono e uniformano una moltitudine di corpi senza volto, diretti chissà dove. Forse ad uno dei tre luoghi magici e nascosti: quello in calle dell’amor degli amici; oppure vicino al ponte delle Meraveige; un terzo in calle dei marrani a San Geremia in Ghetto. “Quando i veneziani (e qualche volta anche i maltesi…) sono stanchi delle autorità costituite, si recano in questi tre luoghi segreti e, aprendo le porte che stanno nel fondo di quelle corti, se ne vanno per sempre in posti bellissimi e in altre storie.” (H. Pratt)

Il reportage

Scheda autore

Marco Rappo

Favola di Venezia 14

Marco Rappo nasce il 16 aprile a Recife (Brasile) nel 1987.

Scopre la passione visiva, come ormai spesso accade, attraverso l’uso del suo cellulare, inquadrando il mondo con l’occhio del viaggiatore.  Sono però l’acquisto della sua prima reflex, una Canon Eos 100 d, a definirne il linguaggio ed un viaggio a Parigi, l’intramontabile capitale europea della fotografia, ad indirizzarlo verso il genere della street-photography.

Nel 2017, riceve una menzione fra 112 fotografi nel concorso “Urban Lite Photobook” per la categoria a tema libero. Nel 2018 inizia delle collaborazioni fotografiche in ambito moda e fashion, tutt’ora un corso.

Fotocamera: Canon Eos 80D
Obiettivo: Canon EF-S 10-18mm f/4.5-5.6 IS STM

English version

Tales from Venice

Photography by Marco Rappo

Story by Matilde Castagna

“…In this city, incredible things happen…” (Corto Maltese – Hugo Pratt)

 

This was Venice, the alluring and ambiguous beautiful city, half of a tale and half of a trap… as Thomas Mann describes it. Because Venice is everything but one like another place. Everyone should visit it once in the life, but at which cost? Maybe what Gustav von Aschenbach paid.

An article published on the 6th of August by the Corriere regional edition, comments a recent cover by The Week, portraying the Rialto Bridge on the Canal Grande, fully crowded with people, gondolas, a ferry, drones, helicopters (and even a paraglide coming down into the canal).

The title speaks for itself: “Unwelcome guests. The curse of overtourism”

Overtourism, by the Oxford Dictionary definition is an excessive number of visitors heading to famous locations, damaging the environment and having a detrimental impact on resident’s lives. Venice relies on 25 million visitors a year, 32 thousand passengers in the cruise boats, and 500 thousand daily tourists. “Excess, overcrowding, tourism obesity”, writes the Corriere reporting the content of the Britannic magazine. Paring up with capitalism inequality, tourism is overfeeding just a few destinations over and over, with deceiving results for the visitors and terrible consequences on the resident’s life.

Could Venice be the exception? Its narrow and mysterious paths (the so called “calli”) are renowned for being magical, but it’s hard to forget the picture of a huge cruising boat about to crash in San Marco square. No alternatives have been found for years for the big boats entering the fragile Venetian ecosystem, despite their negative environmental and economic impact. Will the risk of deaths in Venice finally change something? Like for many other choices that involve not only our future and economics, but the survival of what is all around us, we have no time left.

To Corto Maltese, who on the 34th of December was still waiting for the new year to come, Bocca Dorata explains that in Venice the days are always slightly longer. Marco Rappo filters bodies as a multitude of humans passing by, without history and a face. Lost in time.

“In Venice you can find three magical and secret places: one is in calle dell’amor degli amici; a second one is next to the Meraveige bridge; a third one in calle dei marrani in San Geremia at the Ghetto. When the Venetians (and sometimes also the Maltese…) are tired of the authorities, they go to one of these three spots where, opening the doors at the end of the courtyards, they can leave forever to other beautiful places and stories.” (Corto Maltese – Hugo Pratt)