Environment Warriors of India
WJ #113Mentre gli umani di tutto il mondo sembrano lavorare per l’estinzione del proprio ambiente, Khonoma, un villaggio dell’India nord-orientale, si è svegliato alle grida della natura. Abitato dagli Angami, una delle popolazioni indigene dello stato del Nagaland, questo villaggio ha dimostrato la volontà risoluta di un cambiamento quando, 20 anni fa, ha abolito la pratica della caccia, al fine di conservare la biodiversità e offrire un ecosistema stabile alle generazioni future.
Per il popolo Angami, cacciare non era una fonte di reddito né un mezzo esclusivo di sostentamento, ma piuttosto una pratica culturale sacra; secondo la tradizione, a un cacciatore non è concesso mangiare le sue prede, ma può nutrirne famiglia e amici. Il divieto di questa pratica rappresentava dunque un grande cambiamento nello stile di vita della popolazione.
La svolta si ebbe nel 1993, quando gli anziani del villaggio ecologicamente sensibili e attenti alla conservazione ambientale lanciarono una crociata contro la caccia, in seguito a una competizione che in solo una settimana aveva provocato l’uccisione di più di 300 Traglopan Blythii, una specie di fagiano tipica della zona e in pericolo di estinzione. Poiché convincere la popolazione, naturalmente legata alle proprie pratiche culturali, non era semplice, il consiglio del villaggio condusse un’ampia campagna di sensibilizzazione con l’intervento di alcuni esperti di organizzazioni ambientaliste indiane. La determinazione e l’impegno dei leader ecologisti diedero i loro frutti nel 1998, quando un’area di 20 km quadrati venne infine dichiarata Khonoma Nature Conservation and Tragopan Sanctuary. Furono vietati la caccia, il disboscamento, l’incendio nella giungla e lo sfruttamento commerciale delle risorse naturali dalle foreste.
Questa area-santuario non solo offre oggi rifugio sicuro al Traglopan Blythii e a molte altre specie vulnerabili, ma rappresenta un’importante risorsa per far fronte al cambiamento climatico causato dall’ accumulazione di carbonio, grazie alla restaurazione di un ecosistema capace di rimuovere il diossido di carbonio dall’atmosfera.
Un tale atteggiamento di conservazione e rispetto ambientale è ormai riservato al trattamento di tutte le risorse naturali del territorio. Nel villaggio si attua una forma unica di agricoltura biologica, che riprende la saggezza tradizionale di antiche pratiche, come le coltivazioni a terrazze e le colture di ortaggi ai piedi degli alberi di ontano. Inoltre, un’azione di Sanitation Drive si svolge bimestralmente per mantenere pulito il villaggio e il sistema igienico-sanitario.
Queste pratiche agricole sostenibili, insieme al successo della conservazione ambientale, sono stati oggetto di riconoscimenti internazionali, nonché dell’attenzione del ministero del turismo del governo indiano, che nel 2005 ha nominato Khonoma il primo “villaggio verde” dell’India e sovvenzionato la manutenzione e il miglioramento delle infrastrutture del villaggio.
Come ha dichiarato il presidente del Khonoma Nature Conservation and Tragopan Sanctuary Trust nel 2017 “Non vogliamo che la nostra tradizione, che porta il nome di tante specie selvatiche di uccelli, piante, animali, fiori, diventi insignificante per le nostre generazioni future. La nostra vita, tradizione, cultura sono fortemente dipendenti dalla natura e dai suoi habitat e siamo determinati a proteggerli. ”