Dove sono finiti i sogni di Basaglia?
WJ #101Era il 1978 quando il Parlamento approvava la Legge Basaglia e 100.000 italiani venivano finalmente liberati dai “lager” manicomiali.
Il 13 maggio 2018 la legge n. 180 che sanciva la chiusura dei manicomi ha compiuto 40 anni. Questa legge ha segnato una svolta epocale nel mondo dell’assistenza dei pazienti psichiatrici, improntandola sulla strada della dignità. Prima c’erano i manicomi con le camicie di forza, le celle di isolamento, carcerieri, cloroformio. I “matti” dovevano essere tenuti lontani dalla collettività, dovevano essere “contenuti”. C’era il bisogno di occultare quello che era – e forse continua ad essere ancora oggi – uno scandalo sociale: la malattia mentale.
La legge Basaglia è stata la prima al mondo a disporre la chiusura dei manicomi, proponendo una serie di servizi alternativi ad essi, e l’Italia resta l’unico paese ad avere attuato così radicalmente il processo di de – istituzionalizzazione.
Il reportage del fotografo Alessio Coser e del giornalista Jacopo Tomasi si interroga sull’eredità del lavoro svolto da Franco Basaglia e sulla situazione della salute mentale in Italia.
Due cose balzano all’occhio. Primo: la malattia mentale interessa oltre un milione di persone e di conseguenza le loro famiglie, spesso lasciate sole ad affrontare la situazione, ma poichè la questione è fuori dagli interessi della politica, se ne parla poco o nulla. Secondo: molti dei sogni di Basaglia sono stati infranti e in diverse città italiane i centri di salute mentale sono ancora oggi luoghi poco accoglienti, “manicomi travestiti da strutture residenziali assistenziali”, dove mancanza di personale specializzato e soprattutto di risorse (l’Italia è ventesima in Europa per la spesa dedicata alla salute mentale) hanno fatto naufragare le speranze di un progetto rivoluzionario. Poche le isole felici dove la legge 108 ha trovato vera applicazione, come è avvenuto a Trieste, città libera dalla contenzione dove medici e operatori si impegnano quotidianamente per dare dignità ai pazienti e far sentire i familiari meno soli, coinvolgendoli a pieno titolo nei percorsi terapeutici.
Coser e Tomasi hanno percorso la Penisola in un viaggio che li ha portati dal Nord al Sud: da Trento a Palermo, da Trieste a Cagliari, da Gorizia a Roma, raccogliendo storie e voci anche autorevoli, soffermandosi sulle luci affinché possano dare speranza, ma anche e soprattutto sulle ombre, affinché siano da stimolo per cambiare, voltare pagina una volta per tutte e dare continuità al sogno di Basaglia.
Questo reportage è un resoconto di questo viaggio, un racconto fotografico fatto di incontri con persone e luoghi, con emozioni e sensazioni, che vuole fornire una testimonianza il più verosimile possibile, ma soprattutto vuole porre l’attenzione su un terreno molto delicato come quello della salute mentale.