Cuban youth exodus

WJ #145

L’isola si trova ad affrontare una serie di sfide critiche in un’epoca di trasformazione economica e politica. Ma l’esodo dei giovani rischia di peggiorare una situazione già drammatica.

Sarebbero almeno 32 le persone arrestate a Santiago dopo le proteste del 18 marzo contro il governo del presidente Miguel Díaz-Canel (fonte Ansa) a causa dei continui blackout e della scarsità di generi alimentari, lo rende noto l’ong spagnola Prisoners Defenders. Il presidente – come riporta l’emittente Al Jazeera – ha dialogato con i manifestanti accusando gli Stati Uniti di aver provocato i disordini. Questa è solo l’ultima di una serie di problematiche che stanno affliggendo l’isola.

Lo scorso febbraio Cuba si è rivolta per la prima volta al Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite per chiedere rifornimenti di latte in polvere. L’isola sta vivendo la peggiore crisi economica degli ultimi decenni, aggravata dalla pandemia, che ha causato un crollo dell’industria del turismo: le restrizioni ai viaggi internazionali hanno inflitto duri colpi a un settore che era in costante crescita. Ma la sua economia, già a lungo ostacolata dagli embarghi commerciali statunitensi, ha subito il colpo di grazia a seguito delle recenti sanzioni imposte dalla presidenza Trump.

Dal 2021, il Paese ha accumulato tassi di inflazione superiori al 30%. Nel 2022, le esportazioni sono state inferiori di un terzo rispetto a quelle del 2019; la produzione del settore agricolo e zootecnico è diminuita del 37%, quella manifatturiera del 32% e la produzione di energia elettrica del 25% (dati riportati dal canale di notizie arabo indipendente Al-Mayadeen). La necessità di riforme è evidente e il governo cubano sta rispondendo con iniziative di privatizzazione mirate ad attrarre investimenti esteri e stimolare la crescita del settore privato, riconoscendo la necessità di modernizzare l’economia. Sempre nell’ottica di una politica anticrisi, sono previste importanti misure interne: aumento del costo del carburante, aumento dei prezzi dell’elettricità (per i grandi consumatori), del gpl, dell’acqua (per indurre al risparmio dei consumi), dei trasporti e sussidi in favore dei ceti più vulnerabili. Il piano prevede inoltre incrementi salariali per medici e insegnanti, l’aumento di alcune tasse e la diminuzione di altre, soprattutto per quanto riguarda l’importazione di materie prime. Tuttavia, un ostacolo significativo è rappresentato dalla grave carenza di risorse energetiche, in particolare la risorsa petrolifera. Cuba è fortemente dipendente dalle importazioni di petrolio e le recenti sanzioni statunitensi hanno reso ancora più difficile e costoso l’approvvigionamento. Questo si traduce in interruzioni di energia elettrica che hanno impatti negativi su settori chiave come l’industria e l’agricoltura.

C’è grande speranza e preoccupazione, inoltre, per le elezioni statunitensi che potrebbero avere un impatto decisivo sul futuro dell’isola. Donald Trump, possibile candidato alla presidenza anche quest’anno, durante il suo mandato aveva inasprito le sanzioni e limitato fortemente la quantità di soldi che i cubani potevano ricevere dalle loro famiglie negli Stati Uniti, una fonte di reddito fondamentale. Se vincesse le elezioni, il rischio di nuove pressioni verso l’isola, già fortemente provata, è piuttosto alto.

Un’altra sfida cruciale è rappresentata dalla fuga dei giovani cubani, che ha raggiunto un picco storico dal 1959. Nell’ultimo anno quasi 250 mila abitanti, più del 2 per cento degli undici milioni totali, sono emigrati negli Stati Uniti. La mancanza di opportunità economiche e le politiche restrittive spingono i giovani a cercare una vita migliore all’estero. Il rischio è che l’isola perda delle preziose risorse umane ed intellettuali. Quale futuro si prospetta per un paese che lascia andare i propri giovani?

Cuba è alle prese con una serie di sfide complesse: dalla persistente povertà alla mancanza di risorse energetiche, dalle sanzioni statunitensi alla fuga dei giovani. Queste sfide richiedono soluzioni innovative ed un approccio olistico per un futuro più sostenibile e prospero. La capacità dell’isola di superare queste sfide influenzerà̀ il corso della sua storia nei prossimi anni, mentre il mondo osserva con attenzione.

(Fonte principale dell’articolo: canale di notizie arabo indipendente Al-Mayadeen).

Il reportage

Scheda autore

Massimiliano Pescarolo

Massimiliano Pescarolo è un fotografo classe 1973. Nel 1999 arriva il primo reportage con un amico reporter grazie ad un soggiorno in Benin e Togo ospite del Padri Comboniani. Proprio questo viaggio gli apre gli occhi su ciò che davvero vale la pena essere colto e documentato. In seguito a quella toccante esperienza di vita e di umanità, la scelta di nuovi viaggi è legata alla ricerca di storie da raccontare. Tutto questo lo spinge a intraprendere numerosi viaggi, in Africa, nel Maghreb, in Medio Oriente e nel Centro America per conto di ONG e Onlus. Alcune delle sue foto sono state pubblicate da La Repubblica, Il Giornale, InsideOver, Private Magazine, L’Avvenire, L’Azione, L’Informatore, Il Corriere di Novara, Il Giornale di Arona, Witness Journal, DooG Reporter ed hanno fatto parte di una mostra al Centro Italiano della Fotografia D’Autore e presso il Centro Studi Africani dell’Università di Torino. Inoltre, è stato finalista al Festival della Fotografia Etica di Lodi nel 2019.

 

Anna Consilia Alemanno, giornalista freelance e scrittirce. Ha pubblicato il racconto di viaggio Atene, epifanie sospese nel 2019 e diverse biografie di personaggi storici nel corso del 2020/21. Alcuni suoi articoli sono stati pubblicati su Inside Over e Doog Reporter.

Fotocamera: Leica Q
Obiettivo: Summilux 28 mm f1.7

English version

Cuban youth exodus

Photo by Massimo Pescarolo

Text by Anna Consilia Alemanno

The island is facing critical challenges during a period of economic and political transition. However, the exodus of young people threatens to exacerbate an already dire situation. At least 32 people were arrested in Santiago following the March 18 protests against government due to ongoing blackouts and food shortages. The president Miguel Díaz-Canel, according to Al Jazeera, engaged with the protesters and accused the United States of provoking the unrest. This is the latest in a series of issues plaguing the island.

Last February, Cuba turned to the United Nations World Food Programme (WFP) for the first time to request supplies of powdered milk. The island is enduring its worst economic crisis in decades, worsen by the pandemic, which has led to a collapse in the tourism industry. Travel restrictions have dealt severe blows to a sector that had been steadily growing. Furthermore, the economy, long hampered by U.S. trade embargoes, suffered a final blow with the recent sanctions imposed by the Trump administration. Since 2021, the country has experienced inflation rates exceeding 30%. In 2022, exports were one-third lower than in 2019; agricultural and livestock production decreased by 37%, manufacturing by 32%, and electricity production by 25%. The need for reforms is evident, and the Cuban government is responding with privatization initiatives aimed at attracting foreign investment and stimulating private sector growth, recognizing the necessity to modernize the economy. As part of its anti-crisis strategy, the government plans significant internal measures: increasing fuel costs, raising electricity prices (for large consumers), and increasing the prices of LPG, water (to encourage conservation), and transportation. Subsidies for the most vulnerable populations are also planned. The plan includes salary increases for doctors and teachers, as well as adjustments in taxes—raising some while lowering others, particularly for raw material imports. In addition, a main challenge is linked to the youth exodus, that has reached the highest point since 1959. Almost 250 thousands of inhabitants (2% of the population) have emigrated in the US, especially young people searching for a better life abroad.

However, a significant obstacle remains the severe shortage of energy resources, especially oil. Cuba is heavily dependent on oil imports, and recent U.S. sanctions have made procurement even more difficult and costly. This results in power outages that negatively impact key sectors such as industry and agriculture. There is considerable hope and concern about the upcoming U.S. elections, which could decisively impact the island’s future. Donald Trump, a potential presidential candidate this year, had intensified sanctions during his term and significantly limited the amount of money Cubans could receive from their families in the United States, a crucial source of income. If he wins the election, the risk of renewed pressure is quite high.

Another critical challenge is the exodus of young Cubans, which has reached a historic peak since 1959. In the past year, nearly 250,000 residents, more than 2% of the total eleven million, have emigrated to the United States. The lack of economic opportunities and restrictive policies drive young people to seek better lives abroad. The risk is that the island will lose valuable human and intellectual resources. What future awaits a country that lets its youth leave?

Cuba is dealing with a series of complex challenges: persistent poverty, energy resource shortages, U.S. sanctions, and the exodus of young people. These challenges demand innovative solutions and a holistic approach for a more sustainable and prosperous future. The island’s ability to overcome these challenges will shape its history in the coming years, as the world watches closely.