Corviale: la rivoluzione del calcio
WJ #98“Sole sul tetto dei palazzi in costruzione | Sole che batte sul campo di pallone | E terra e polvere che tira vento | E poi magari piove” (Francesco De Gregori)
Nel “serpentone” di Corviale, tra illegalità diffusa, cronici problemi di manutenzione e mancanza di servizi, il Campo dei Miracoli usa il calcio come strumento di riscatto. Reinventandone le regole e mettendo fair-play, legalità e inclusione sociale al centro del progetto.
Agli inizi degli anni settanta, con l’Italia – e in particolare le sue principali città – in piena crisi abitativa, un gruppo di architetti progettò nel quartiere romano di Corviale un complesso residenziale composto da 1200 unità abitative, un parallelepipedo di cemento lungo 1000 metri.
L’utopico progetto iniziale si concretizzò in una costruzione con un dedalo di corridoi, piani, ballatoi e tetti di cemento che divenne presto conosciuto, e così è ancora chiamato, come il “serpentone”. L’edificio, distante dalla capitale e ad essa non collegato, nell’idea degli architetti doveva essere autonomo e indipendente, offrendo al suo interno tutti i servizi di cui i cittadini potevano aver bisogno.
Non andò così: i servizi mai completati, la mancanza di collegamenti e di manutenzione, insieme all’ illegalità diffusa e in particolare l’occupazione abusiva degli alloggi, hanno reso Corviale un quartiere da evitare e dimenticato, un concentrato di situazioni di disagio sociale, simbolo di disfunzioni amministrative e di fallimenti politici. Tale situazione ha ovviamente accentuato la vulnerabilità degli abitanti del quartiere
Malgrado questo contesto è però nata, in una parte dei sui abitanti (che sono oggi circa 8000), l’idea che il serpentone possa essere anche luogo e occasione di riscatto per chi in quell’edificio ci vive.Hanno così preso vita due iniziative originali e importanti per l’impatto che stanno avendo.
Nel 2009 è nato il Campo dei Miracoli, società sportiva dilettantistica dove il calcio è reinventato e riproposto in una formula che fa dell’inclusione sociale, del fair-play e della legalità i suoi pilastri: il Calciosociale. Un esperimento di successo che coinvolge 10 squadre e un centinaio di partecipanti di qualsiasi sesso, età, capacità e provenienza.
Alle voci dei giocatori che di giorno animano i campi, si alternano quelle dei volontari ai microfoni di Radioimpegno. Da mezzanotte alle otto del mattino, l’emittente trasmette per garantire un presidio continuo nel quartiere e fare rete tra le organizzazioni di matrice sociale operanti sul territorio.