Cinque colpi di pistola

WJ #116

“Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli.”

Martin Luther King

Collebeato è un paese di circa 4600 abitanti in provincia di Brescia dove ha sede uno dei centri di accoglienza SPRAR (ora SIPROIMI) gestito dall’ associazione Adl Zavidovicii. Lo SPRAR/SIPROIMI è un sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per i minori stranieri non accompagnati che opera nel territorio al fine di realizzazione di progetti di accoglienza integrata.  Secondo i dati raccolti dal Ministero dell’Interno, a luglio 2020, sono stati realizzati 795 progetti che hanno visto il coinvolgimento di 30.682 persone (ordinari, minori non accompagnati e persone con disagio o disabilità mentale) e oltre 1.800 comuni.

Il 31 maggio 2020 cinque colpi di pistola colpiscono lo SPRAR/SIPROIMI di Collebeato, per fortuna nessuno dei migranti richiedenti asilo all’interno della struttura rimane ferito.  Gli spari erano indirizzati ad Anas Alshawa di 22 anni originario della Siria, fuggito dalla guerra nel suo paese per cercare lavoro in Italia; a Farah Abdi di 21 anni, somalo fuggito dall’Isis e a Mohamed, 20 anni, con suo fratello Cherko; il quarto e quinto colpo sono per un ragazzo del Gambia e per un altro giovane somalo. I principali accusati sono due cinquantenni: Adriano Raccagni, che avrebbe fornito la pistola, mai ritrovata, e Rolando Bonassi il presunto esecutore. Altre tre le persone che sembrerebbero coinvolte: Daniel Feraboldi, Pietro Salucci e Alan Danesi. Il movente potrebbe essere stato uno screzio tra i due cinquantenni, vicini al mondo degli ultras di alcune frange fasciste, e alcuni ragazzi richiedenti asilo, ospiti della struttura. Secondo le indagini, quindi, i cinque colpi di pistola potrebbero essere segno di un atto intimidatorio e la componente razzista non è da escludere.

Il progetto di Claudio Rizzini nasce da una profonda indignazione verso un atto di violenza e intimidazione che può avvenire anche in un piccolo paese di provincia come Collebeato. “Cinque colpi di pistola” si pone in linea con i suoi precedenti lavori “Armàti di paura” e “Anima Nera” che raccontano rispettivamente l’aumento delle armi nelle case degli italiani e il ritorno di una nuova educazione fascista.

Il reportage

Scheda autore

Claudio Rizzini

CINQUE COLPI DI PISTOLA 15

Claudio Rizzini, fotoreporter bresciano dell’agenzia Luz, si occupa di fotografia umanistica e sociale ottendo diversi riconoscimenti. Ad esempio: menzione d’onore al Premio Dondero (2017) con “Saluteremo il Signor Padrone” sulla classe operaia e “La ballata di Kamara e Keita” è tra i migliori dieci progetti sul tema dei  beni confiscati alla mafia secondo Libera. In più è finalista al Portfolio Italia con  “Armàti di paura” sul controverso argomento dell’autodifesa e “Anima Nera” vince il concorso Closer 2020 documentando il ritorno del neofascismo in Italia.

Fotocamera: Canon 5D
Obiettivo: Canon 24-70 2.8 - Sigma 35mm 1,4

English version

Five gun shots

by Claudio Rizzini

Text by Luciana Travierso

Collebeato is a small town of about 4600 inhabitants in the province of Brescia where there is one of the SPRAR reception centers (now called SIPROIMI) managed by the Adl Zavidovicii association. The SPRAR / SIPROIMI is a protection system for holders of international protection and for unaccompanied foreign minors that operates in the territory in order to implement integrated reception projects. According to data collected by the Ministry of the Interior, in July 2020, 795 projects were carried out involving 30,682 people (ordinary, unaccompanied minors and people with mental discomfort or disability) and over 1,800 municipalities.

On May 31st 2020, five gunshots hit the SPRAR / SIPROIMI in Collebeato, fortunately not injuring any of the asylum-seeking migrants present inside. The shots were aimed at Anas Alshawa (22) from Syria, who fled the war in his country to look for a job in Italy; to Farah Abdi (21) from Somalia fleeing ISIS and Mohamed (20) and to his brother Cherko and the fourth and fifth blows are for a boy from Gambia and another young Somali. The main accused are two in their fifties: Adriano Raccagni, who allegedly supplied the gun (never found), and Rolando Bonassi, the executor. With them, three other three people would seem to be involved: Daniel Feraboldi, Pietro Salucci and Alan Danesi. The motive may have been a disagreement between the two fifties, close to the world of the ultras and some fascist fringes, and some asylum seekers, guests of the structure. According to the investigations, therefore, the five gunshots could be a sign of an act of intimidation and the racist component is not to be totally excluded.

Claudio Rizzini’s project stems from a deep indignation towards an act of violence and intimidation that can also take place in a small provincial town like Collebeato. “Five gun shots” is in line with his previous works “Armed with fear” and “Black Soul” which respectively tell the increase of weapons in the homes of Italians and the return of a new fascist education.