Carnevale di Scampia
WJ #135“L’arte può essere a servizio del cambiamento sociale”
Prendete un quartiere nella periferia nord di Napoli, costruito poco dopo il terremoto e con una identità fin troppo acerba, una associazione culturale dal nome indicativo, GRIDAS (Gruppo Risveglio dal Sonno, riferito al quadro di Francisco Goya, fondata negli anni 80 da Felice Pignataro, famoso muralista soprattutto a Scampia) e il Carnevale. Mettetele insieme: otterrete un evento spettacolare che si ripete ormai da più di quarant’anni e che contribuisce, con l’arte, la cultura e la satira e la tenacia di chi lo organizza, a riqualificare il territorio e i suoi abitanti. L’aria festosa infatti, permette di veicolare la critica sociale attraverso lo scherzo, la goliardia, rendendola alla portata di tutti e crea anche un forte momento di aggregazione per la comunità in un quartiere considerato senza storia e, come si legge su un murales, “periferia ostile”.
Alla reallzzazione del Carnevale ogni anno partecipano le classi delle scuole, associazioni, cittadini, tutti impegnati con entusiasmo e dedizione, a costruire, usando per lo più materiali riciclati o riciclabili, le maschere e le strutture che sfileranno.
Tra i gli enormi palazzi e le loro grigie ombre ci si racconta per ciò che si è e si ha. Con dignità, qualche ombra, pensieri, sorrisi, accompagnati dal rullo incessante dei tamburi che fa da colonna sonora al passaggio del corteo. Le maschere rappresentano il lato positivo e quello negavito del tema scelto, e il tutto si conclude con un falò dei simboli negativi e il trionfo di quelli positivi.
Questo lavoro fotografico cerca di andare oltre alla superficie dei costumi e delle maschere, ricercando espressioni, emozioni e le storie di chi partecipa al Carnevale nella loro verità e intimità.