Boxe all’Italiana

WJ #131

“Libera, come se finalmente avessi la possibilità di vivere appieno la mia vita, sul lavoro, nella boxe, nel quotidiano. Io ero già italiana, ma c’è una differenza sostanziale: ora mi sento anche legittimata a dirlo ad alta voce, senza timore che qualcuno provi a dirmi il contrario per via del colore della pelle. Ora quello che sento di essere e quello che sono per la legge combaciano”

Pamela Malvina Noutcho Sawa


Pamela Malvina Noutcho Sawa è nata a Bafia, in Camerun, nel 1992 e vive in Italia dal 2000. A Perugia ha studiato dalle elementari alla laurea magistrale, ora lavora come infermiera all’ospedale Maggiore di Bologna e nel 2020 con la Bolognina Boxe ha vinto il titolo nella categoria 64 kg.

Solamente questo agosto, dopo ben 20 anni, è finalmente diventata cittadina italiana.

La storia di Pamela si inserisce in una più ampia battaglia per lo Ius Soli e in generale per una legge nazionale sulla cittadinanza affinché lo Stato riconosca chi nasce o studia in Italia come un cittadino o una cittadina italiana a pieno titolo. “La cittadinanza non è una questione di merito, ma di diritto. Occorrerebbe un movimento di sensibilizzazione di massa, non solo nello sport ma anche per le persone che incontri ogni giorno, nel quotidiano, per tutti coloro che dicono che non esistono italiani neri”, diceva Pamela prima che quel diritto le fosse ufficialmente riconosciuto, sottolineando come la cittadinanza non debba e non possa essere un privilegio da dover conquistare dopo anni e anni di burocrazia e sportelli immigrazione.

Con l’acquisizione della cittadinanza, Pamela è riuscita a passare al professionismo nella boxe, facendola diventare un vero e proprio lavoro. Centrale per la sua formazione sportiva è stata la Bolognina Boxe, una palestra popolare di quartiere, accessibile a tutt*, il cui obiettivo fondamentale è presentarsi come alternativa alla vita di strada e all’isolamento. “Siamo un luogo unico dove ragazzi e ragazze fanno sport senza timore di giudizi, di essere allontanati per ragioni economiche, fisiche o politiche, un luogo di vera libertà” e la libertà consiste per Pamela nel non sentirsi discriminata, ma accolta in un ambiente che diventa crocevia di storie e persone, di etnie e nazionalità diverse. Lo sport diventa così una possibilità di realizzazione personale e di superamento dei propri limiti in un ambiente che prima di essere individualistico è collettivo e solidale.

Il reportage

Scheda autore

Matteo Bergami

Boxe all’Italiana 16

Matteo Bergami è nato e cresciuto a Bologna. Scatta fotografie da molti anni, ma solo nell’ultimo periodo ha acquisito consapevolezza fotografica grazie a un percorso di studi con diversi fotografi. Appassionato di ambiente sportivo, negli ultimi anni ha iniziato a raccontare la realtà della Bolognina Boxe.

Fotocamera: Nikon z50
Obiettivo: 16-50mm e 50-250mm

English version

Boxe all’Italiana

Photography by Matteo Bergami.

Story edited by Matteo Bergamo and Beatrice Moioli

“Free, as if I finally had the opportunity to fully live my life, at work, in boxing, in everyday life. I was already Italian, but there is a substantial difference: now I also feel entitled to say it out loud, without fear that someone will try to tell me the opposite due to the color of my skin. Now what I feel I am and what I am for the law match”

Pamela Malvina Noutcho Sawa


Pamela Malvina Noutcho Sawa was born in Bafia, Cameroon, in 1992 and she moved to Italy in 2000. She studied in Perugia from elementary school to master’s degree, now she works as a nurse at the Maggiore hospital in Bologna and this year with Bolognina Boxe she has won the title in the 64 kg category. But only this August, after 20 years, she finally became an Italian citizen.

Pamela’s story is part of a broader battle on the Ius Soli and  more in general on the open debate to have a national law granting citizenship to the Italian born people no matter their parent’s nationalities or for them studying in Italy as full-fledged Italian citizens. “Citizenship is not a matter of merit, but of law. A mass awareness movement would be needed, not only in sport but also for the people you meet every day, in everyday life, to those who say there are no Italians with black skin”, said Pamela before her right was officially recognized, underlining how citizenship should not be a privilege to be conquered after years and years of bureaucracy and immigration counters.

With the acquisition of citizenship, Pamela was able to go professional in boxing, making it a real job. Central to her sport training has been Bolognina Boxe, a popular gym, accessible for everyone with the fundamental goal to find an alternative to street life and isolation. “We are a unique place where boys and girls can play sports without fear of judgments, of being expelled for economic, physical or political reasons, a place of true freedom” and for Pamela freedom consists in not feeling discriminated, but welcomed in an environment that is a crossroads of stories and people, of different ethnicities and nationalities. Sport becomes a possibility for personal fulfillment to overcome self limits in an environment that before being individualistic is a collective and supportive one.