Bolognina Life
WJ#150A Bologna, nei pressi della stazione Centrale, un cavalcavia sulla ferrovia, sempre molto trafficato, collega il centro città con “la Bolognina”. Tra palazzi frutto della ricostruzione degli anni ’50 e moderne strutture architettoniche, si snodano luoghi e angoli di vita quotidiana, popolati da volti incontrati per strada o durante momenti di aggregazione e mobilitazione collettiva, che restituiscono il quadro di uno dei quartieri più rappresentativi dello sviluppo della città dal dopoguerra ai giorni nostri. Collocato a ridosso della stazione ferroviaria e rivolto verso la periferia, si è plasmato in funzione dello sviluppo produttivo della città e delle fasce di popolazione che questo sviluppo ha sostenuto.
Un quartiere e una comunità in continua evoluzione, capace di adattarsi alla realtà economica e sociale del momento. Un contesto nel quale l’avvicendamento di attività e modelli di sviluppo ha generato un cambiamento ambientale e sociale: due fattori strettamente collegati che hanno ridisegnato il territorio, favorendo l’incontro tra culture diverse.
“Bologna crocevia nevralgico delle vie di collegamento” si leggeva nei testi scolastici degli anni Sessanta. Proprio per questo, in prossimità della ferrovia, si sviluppò a partire da quegli anni un agglomerato di edifici per ospitare la comunità di centinaia di ferrovieri con le loro famiglie. Quasi adiacente, una vasta area ospitava i mercati generali della città e una importante realtà underground bolognese. A qualche isolato di distanza, l’industrializzazione degli anni del boom economico trasformò le officine di inizio secolo in grandi industrie manifatturiere, in particolare metalmeccaniche, caratterizzate dalla presenza, a pochi passi, delle abitazioni per le famiglie degli operai.
Con il passare degli anni, e con un’accelerazione nel secondo millennio, nuove forme di sviluppo hanno modificato queste realtà. L’alta velocità ha ridisegnato il vecchio nodo ferroviario, ma anche eliminato la comunità delle famiglie dei ferrovieri che abitavano la zona. L’area dei mercati si è trasformata nel polo amministrativo cittadino, con importanti impatti non solo architettonici. Le industrie hanno lasciato spazio al terziario e ai grandi centri commerciali. Trasformazioni che si materializzano nel continuo cambiamento di prospettiva di strada in strada e trovano il loro riscontro più evidente nei volti delle persone che si incontrano. I visi immortalati nelle foto conservate nei circoli e nelle sedi di partito sono ora sostituiti da una moltitudine di volti di persone che non rappresentano più un’unica identità, ma una varietà di origini ed esperienze che colorano l’immagine di questo quartiere. Cambiamenti che al tempo stesso portano alla luce contraddizioni, problemi nuovi, ma anche la ricchezza di un mondo in cui l’incrocio di culture e identità diverse può rappresentare il “nuovo modello di sviluppo” di un territorio.
In Bolognina, moderne strutture e nuovi agglomerati residenziali documentano un cambiamento urbanistico. Le persone che li attraversano mettono in evidenza nuovi modi di stare insieme, di vivere, di rivendicare diritti, che portano nuovi problemi da affrontare, ma al contempo allargano gli orizzonti e i confini di questo quartiere in una dimensione multietnica e cosmopolita.