Backstage
WJ #107di Simone Zarotti
Testo a cura di Alessio Chiodi
Saranno i recenti mondiali di rugby in Giappone, sarà la partecipazione dei tanti appassionati della palla ovale, sarà l’atmosfera conciliante che si respira ad ogni incontro, ma la spettacolarità di questa disciplina è qualcosa che va al di là di ciò che si vede in tv o allo stadio. Col calcio ormai siamo tutti abituati ai retroscena dello spogliatoio con ore e ore di servizi che ormai hanno poco da raccontare. Ma col rugby? Quanti possono davvero sapere cosa succede nel backstage? Questa domanda se l’è posta Simone Zarotti, fotografo di Viadana, cittadina del mantovano. Qui il rugby è, a detta sua, “una delle cose più importanti del mio paese”. Dalle semplici domande di un appassionato è nato il progetto “Backstage” che indaga proprio i retroscena della squadra locale prima dell’inizio di una partita. Zarotti entra in un microcosmo fatto di riti, allenamenti fisici e mentali, silenzi e sguardi di intesa tra compagni. “Ho trascorso un’intera stagione nello spogliatoio, la prima cosa che ho notato è il silenzio, non si sente una mosca volare; due ore prima del Kick off i giocatori si preparano cercando la concentrazione giusta per affrontare l’incontro, c’è chi fa esercizi fisici, chi ascolta musica, chi scrive pensieri su un taccuino, chi si fascia le gambe, chi cambia i tacchetti dei propri scarpini e c’è chi prega”, spiega l’autore.
Lì dentro si fa squadra. Ognuno ha il proprio compito, sa quello che deve fare. Il suo destino è scritto nel suo ruolo e si compie durante il match. I movimenti sul campo sono ben codificati: per andare avanti bisogna passare la palla indietro e tutti si devono muovere all’unisono. Per fare il punto bisogna puntare alla meta, attraverso i movimenti perfetti pensati nello spogliatoio e provati e riprovati sul campo.
Il reportage
Scheda autore
Simone Zarotti
Simone Zarotti ha iniziato ad appassionarsi alla fotografia nel 2010 attraverso una serie di corsi fino al 2013 quando ha avviato due progetti personali. Il primo sulla clown-terapia e l’altro su un’associazione di volontariato chiamata “Ciao ci vediamo domani” attiva nel campo delle attività per persone con disabilità. Successivamente ha partecipato ad altri workshop di fotografia in Turchia e Cuba. La sua attività lo ha poi portato alla fotografia nuziale, ambito nel quale opera tutt’ora. Continua a portare avanti progetti personali e nel 2015 si è occupato dell’intera post-produzione del libro di Giulio di Meo “Il deserto intorno”.
Fotocamera: Leica Q
Obiettivo: 28mm
English version
Backstage
By Simone Zarotti
Text by Alessio Chiodi
Maybe the rugby World cup in Japan, or the participation of many fans of the oval ball, or the conciliatory atmosphere that reigns at every encounter, but the spectacular nature of this discipline is something that goes beyond what is seen on TV or at the stadium. In soccer we are all used to the background of the locker room with hours and hours of coverages that by now have little to tell. But what about rugby? How many people can really know what happen in backstage? This question was asked by Simone Zarotti, a photographer from Viadana, a town in the Mantua area. Here rugby is, according to him, “one of the most important things in my country”. From the simple questions of an enthusiast, the “Backstage” project was born, which investigates the background of the local team before the start of a match.
Zarotti enters a microcosm made of rituals, physical and mental training, silences and understanding glances between comrades. “I spent an entire season in the locker room, the first thing I noticed was the silence. You don’t hear nothing. Two hours before the kick off the players get ready looking for the right concentration to face the match, someone makes physical exercises, other listen to music”, explains the author.
In there you make a team. Everyone has their own job, everyone knows what he has to do. His destiny is written in his role and it takes place during the match. The movements on the field are well coded: to move forward you have to pass the ball backwards and everyone has to move in unison. To make the point we must aim at the goal, through the perfect movements designed in the locker room and tried and tried again on the field.