Antropocene

WJ #104

“Siete rimasti senza scuse e noi siamo rimasti senza più tempo.”

(Greta Thunberg ai leader mondiali, in merito alla crisi climatica corrente)

L’Antropocene – termine coniato da Eugene F. Stoermer – è l’era in cui viviamo, dove l’intervento dell’essere umano risulta un elemento dominante per i cambiamenti dell’ambiente e dell’ecosistema.  É il 26 ottobre del 2018 quando un’ondata di maltempo eccezionale colpisce duramente il nord Italia, infierendo in modo particolare sulla regione Veneto.

Nelle provincie di Belluno e Vicenza si stima la caduta di circa 3 milioni di alberi, mentre arriva a 300.000 la cifra registrata nella sola Piana di Marcesina, un’oasi di tutela ambientale, geologica e culturale, unica per le sue caratteristiche peculiari, che le valgono il titolo di “Finlandia d’Italia”.

Alle piogge persistenti, causa di frane e inondazioni violente, sì è aggiunto infatti un fortissimo vento caldo di scirocco che, soffiando fra i 100 e i 200 Km/h, ha causato lo schianto di milioni di alberi, con la conseguente distruzione di decine di migliaia di ettari di foreste alpine.

Fra le zone più colpite dal vento c’è l’Altopiano dei Sette Comuni, di cui fanno parte proprio la Piana di Marcesina e la Val d’Assa, dove danni così ingenti non si registravano dalla fine della Prima Guerra Mondiale. Ed è proprio all’epoca della Grande Guerra che risalgono i rimboschimenti attuati a seguito dei bombardamenti, con forte prevalenza dell’abete rosso, un albero considerato pregiato per il suo impiego nella produzione di legname; sono questi stessi boschi di abeti ad essere stati nuovamente distrutti e rasi al suolo.

Sembra una guerra. Almeno a giudicare dalle immagini scattate dal drone nella zona di Roana: anche qui intere foreste abbattute e strade interrotte. I danni ammontano a centinaia di milioni di euro, ma la vera ferita è dal punto di vista ambientale; serviranno infatti almeno altri cento anni prima che si riesca a godere nuovamente di questi maestosi compagni di atmosfera.

Nel frattempo tutto questo silenzio urla e noi non possiamo più ignorarlo.

Il reportage

Scheda autore

Michele Lapini

Michele Lapini è un fotografo freelance classe 83. Nato in Valdarno in Toscana ha studiato Economia dello Sviluppo e Cooperazione Internazionale prima a Firenze e poi a Bologna. Il suo lavoro fotografico si interseca con l’interesse verso le questioni sociali, ambientali e politiche che caratterizzano il mondo attuale. Ha lavorato in città come Londra, Barcellona, collaborando con festival culturali e musicali. Vive e lavora a Bologna, attualmente collabora con Eikon Studio coprendo la cronaca per Repubblica Bologna. I suoi lavori sono stati pubblicati su Internazionale (IT), The Guardian (UK), Vice (IT), Corriere della Sera (IT), Pagina99 (IT), L’Unità (IT), Repubblica.it (IT), Latinoamerica (IT), Terre di Mezzo (IT), E –ilmensile.it (IT), Rai Uno (IT), Diagonal (ES), ed è uno dei fotografi del libro “Genuino Clandestino” uscito a marzo 2015 con TerraNuova Edizioni.

English version

Anthropocene

 

by Michele Lapini

text edited by Matilde Castagna

 

“We cannot solve a crisis without treating it as a crisis…if solutions within the system are so impossible to find, then… we should change the system itself.” (Greta Thunberg)

 

Anthropocene – first introduced by Eugene F. Stoermer – is the era in which we live, where intervention by the human beings result to be predominant on environmental and ecosystem changes. It was the 26th of October in 2018 when a violent and persistent storm hit the North of Italy, especially the Veneto region.

Belluno and Vicenza counted for a damage of over 3 million fallen trees, while 300.000 is the figure for the Marcesina Plateau, which is called the “Italian Finland” for its unique geological, environmental and cultural ecosystem. To the persistent showers, the warm sirocco wind blowing at 100/200 km/h added the crash of millions of trees and the devastation of thousands of alpine forests hectares.

Among regions that were most afflicted is the Altopiano dei Sette Comuni, with the Marcesina Plateau and Val d’Assa, where such damages were last seen with the bombing during the Great War. Reforestation had been made at that time mainly through the spruce, a fine wood for the industry. It’s the same forest that was damaged and got once more destroyed.

It looks like a war. Especially considering drone images shot over Roana: whole woods devastated and interrupted roads. Damages count for hundreds million euros, but the real wound is to nature: it will take another century before getting the forest back to life again.

Meanwhile its silence screams, and we can’t ignore it any longer.