A chi appartieni?
WJ #132Gira quanto voi, ca ‘cca t’aspettu
(Dal dialetto Sorbese: gira quanto ti pare, ti aspetterò qui)
Agli occhi del lettore o di un semplice forestiero, Sorbo San Basile è un piccolo paese che dimora ai piedi della Piccola Sila, nella provincia di Catanzaro. Ai miei occhi, Sorbo è un luogo in cui le lancette del tempo scorrono nel verso opposto. Proprio qui, tra fitti boschi e il fiume Alli, i miei nonni materni trascorrono la loro infanzia; si conoscono e si separano; si innamorano e si separano di nuovo. Lui deve lavorare, e per farlo deve spostarsi in quel nord Italia di cui ancora non si fida; lei invece deve raggiungere il resto della sua famiglia in Australia: sono gli anni della grande emigrazione italiana. Sembra un amore impossibile, ma Luigi – il nonno – decide di abbandonare tutti e tutto per raggiungere e sposare la sua Rosa – la nonna. A Sorbo loro oggi non vanno più, che Nonna Rosa ormai non cammina quasi, anche se qui è tornata sempre, ogni volta che ha potuto. Nonno, invece, non ha più voluto riabbracciare il suo paese dal 1986, lo stesso anno in cui morì suo padre, Serafino.
Con quest’unica storia nella memoria, ho deciso di passare gli ultimi giorni della mia estate qui a Sorbo. Dove all’inizio ogni volto mi era nuovo, e viceversa, anche il mio lo è stato per tutti gli altri. Gli sguardi che trasmettevano dubbio e curiosità e le bocche che si lasciavano sfuggire di tanto in tanto due frasi, ripetute con costanza quasi automatica: “a chi sei figlio? A chi appartieni?”. Ma all’udire il nome dei nonni è stato come se mi conoscessero già da sempre. Mi chiamano per nome, chiedono di mia madre e se mio fratello abbia già iniziato o meno le superiori. Vi ritrovo il super potere di nonna Rosa, che è capace di farmi sentire a casa anche a più di mille chilometri di distanza. Complici in questo da sempre la famiglia del fratello, le sorelle di mio nonno e ogni singolo sorbese, tutti insieme.
Sorbo San Basile non ha abitanti, è piuttosto abitato da cantastorie capaci di ricostruire, raccontandola, la vita intera di ogni persona. Archivisti della memoria in grado di raccontarti cose del tuo trisavolo come se fosse morto da pochi anni soltanto. Perché a Sorbo il passato ha un peso diverso, quasi tangibile. Lo percepisci nei muri delle case, dal profumo della carne a riposo nelle cantine e nei bambini che di quel trisavolo non solo portano il colore degli occhi, ma anche il nome imperituro attraverso gli anni, i secoli, le generazioni indissolubili di chi qui a Sorbo ha lasciato il suo cuore.