Figli di Accertura
WJ#154“[…] la prima volta che ho visto gli alberi viaggiare attraverso i boschi, scendere dalle montagne, festeggiare in paese, salire in piazza, sono rimasto sbalordito dalla meraviglia, dalla forza, dalla tenacia di una comunità di uomini e donne. E ogni primavera, qualunque cosa stessi facendo qui, dovevo venire a vedere gli alberi viaggiare, i ragazzi e gli anziani suonare ‘organetto, le cente danzare in cerchio, i santi diventare persone del bosco.”
Andrea Semplici, prefazione al suo libro “Alberi e uomini”
Le feste con gli alberi, chiamate anche riti arborei, sono antichissime. Si pensa che siano arrivate in Basilicata con i Longobardi. Infatti, in questa regione, molti paesi le celebrano da maggio a settembre. Queste feste potrebbero derivare da antiche usanze per chiedere raccolti abbondanti, poi diventate cristiane. Oppure potrebbero essere legate all’albero della libertà, un’idea venuta dalla Francia dopo la rivoluzione. Riti simili si trovano anche in altre parti del mondo.
Lo “sposalizio tra gli alberi” più noto è il Maggio di Accettura, comune in provincia di Matera, dove si celebra la festa del “Maggio di San Giuliano”, il santo patrono, dal sabato precedente la Pentecoste al martedì successivo. Un agrifoglio (la Cima) viene trasportato a spalla dai boschi di Gallipoli Cognato per circa 15 km fino al paese. Lì, incontrerà un tronco di cerro (il Maggio) lungo quasi 30 metri, trainato da coppie di buoi dal bosco di Montepiano. Nei giorni successivi il Maggio viene unito alla Cima, sollevato e poi scalato. A questo evento si aggiungono anche momenti religiosi per onorare San Giuliano.
La festa del Maggio è un patrimonio importante per tutti gli abitanti di Accettura, sia per chi ci vive che per chi è emigrato e spesso torna per l’occasione. Questa celebrazione rafforza le radici storiche e religiose che danno identità a tutta la comunità. Sebbene il tempo sia passato e alcuni aspetti che la caratterizzavano non esistano più, la festa del Maggio di Accettura ha mantenuto la sua importanza. Pur non essendo più come la raccontavano fotografi e studiosi del passato, è ancora molto sentita e partecipata da tutti gli abitanti, soprattutto dai giovani che l’hanno trasformata e fatta propria.
Per raccontare con le foto il Maggio di Accettura e le persone che lo vivono, bisogna viverlo. Esserci significa condividere la festa, la fatica, le emozioni, il tempo, il cibo e il vino offerti con generosità. Quando si torna a casa, si sente quel luogo come una famiglia, una casa dove si desidera tornare.