Tor Pignattara, quartiere del V municipio di Roma noto per le diverse comunità straniere che, dagli anni ‘90, hanno iniziato a popolarne palazzi e negozi. “Quanno c’arrivi, pare d’entra’ e n’artro paese” dice un residente del posto e, di fatto, camminando tra le vie del quartiere si nota subito la varietà etnica, i colori dei vestiti, i negozi e i diversi luoghi di culto, che testimoniano la pluralità religiosa del quartiere (tra gli altri: due tempi indiani, quattro moschee e un centro buddhista cinese, chiesa evangelica cinese). Tra le diverse comunità etniche presenti sul territorio, lo sguardo del fotografo Stefano Romano si sofferma su una delle meno conosciute, quella dei bangladesi, riprendendo -per più di dieci anni – le colorate celebrazioni religiose, i matrimoni, ma anche scene di vita quotidiane, portando così lo spettatore nell’intimità delle case.
D’altra parte, l’associazione dei due termini shodesh, la madrepatria, ovvero il domestico, e bidesh, la terra straniera -l’estero-, che s’incontrano nel titolo della mostra, suggeriscono un processo di adattamento e familiarizzazione dei bangladesi con gli spazi del quartiere e della città.
Un processo di conoscenza che, però, riguarda anche gli altri abitanti del quartiere, romani e non, per i quali il Bangladesh è spesso un luogo vagamente collocato in Asia e i suoi abitanti sono ancora definiti come bengalesi, termine che riporta all’immagine della vasta regione del Bengala, nel Subcontinente indiano prima delle guerre che hanno portato alla creazione del Pakistan e, a seguito della guerra di liberazione da quest’ultimo nel 1971, alla proclamazione dello Stato del Bangladesh (“la terra di coloro che parlano il bangla”).
Una nazione giovane, dunque, quella del Bangladesh, che può vantare tra le sue celebrità il poeta Rabindranath Tagore.
Per presentare e promuovere la conoscenza di questa comunità che, ad oggi, rientra a pieno diritto tra gli abitanti di questo quartiere della Roma est, l’11 marzo è prevista una giornata di festa dedicata al Bangladesh.
Alle ore 15.00 è prevista l’inaugurazione della festa, con la possibilità di visitare ancora la mostra che, si vuole ricordare, è stata preceduta dall’installazione permanente di 10 foto, donate da Stefano Romano, presso bar e attività commerciali del quartiere. Queste opere rientrano oggi nella la galleria diffusa del quartiere: #TEG (Torpigna Everyday Gallery) e rientra nel programma #CoHeritage.
Alle ore 16.00 è prevista la presentazione del libro “Kotha. Donne bangladesi nella Roma che cambia” (EDIESSE). Scritto da due giovani studiose, la storica Sara Rossetti e la sociologa ed insegnante di lingua hindi Katiuscia Carnà, il libro propone una ricerca sulla vita delle donne della comunità bangladese nella capitale, attraverso la raccolta di racconti e interviste (per informazioni sul libro e sul progetto di ricerca: https://www.facebook.com/KothaDonneBangladesiRoma/).
Come da programma seguiranno:
– esibizione dei bambini della scuola “Sanchari Sangeetayan” di Sushmita Sultana
– letture di poesie di Tagore a cura di Zakaria Kazi
– degustazione cibo bangladese
La mostra è stata sostenuta da I Love Torpigna e dall’Ecomuseo Casilino ed è visitabile presso la Casa della Cultura di Villa De Sanctis (Via Casilina 665).