Nunca Mas!!

Le Madri di Plaza de Mayo, un racconto per immagini della fotografa bolognese Katia Conti, per ricordare, per non dimenticare, affinché simili orrori non si ripetano mai più.

di Giulio Di Meo

C’è stato un tempo, durante la dittatura militare in Argentina, dal 76 all’ 83, in cui sono scomparsi fino a 30.000 civili: studenti, professori, semplici lavoratori; dissidenti ma, a volte, anche solo semplici non simpatizzanti. Il periodo più nero e drammatico dell’Argentina, dove torture, stupri e omicidi sono stati all’ordine del giorno: aberrazioni di difficile comprensione.

Le donne incinte erano tenute in vita fino al parto per poi strappare loro i figli neonati per darli a militari o conniventi. Bambini cresciuti senza sapere nulla sulle loro origini, oggi cercati tramite le organizzazioni delle Madri di Plaza de Mayo che, divenute nonne negli anni, tuttora manifestano ogni giovedì per mantenere vivo il ricordo dei loro cari e continuare la ricerca dei loro nipoti ormai cresciuti.

Ad oggi ne sono stati individuati 120 su 500.

Questa triste e dolorosa pagina della storia termina con l’elezione del Presidente Alfonsin nell’83, ma apre l’ultima ferita con l’approvazione della legge ”dell’obbedienza assoluta” che libera i responsabili delle torture e degli assassinii dalle loro responsabilità adducendo l’obbligatorietà dell’esecuzione degli ordini ricevuti.

Sotto la presentazione realizzata dalla fotografa Katia Conti, socia WJ, sulle mamme delle vittime della dittatura militare argentina, che ancora si riuniscono intorno all’obelisco della Plaza de Mayo a Buenos Aires per mantenere vivo il ricordo dei loro cari e per continuare la ricerca dei nipoti strappati alle loro figlie e dati a militari e conniventi.