di Redazione WJ / Foto di Simone Zarotti
Ci sono Paesi nel mondo che ancora non hanno fatto pace con se stessi e la propria storia. Spesso si preferisce insabbiarla perché imbarazzante, altre volte la si nasconde sotto un tappeto per non dare troppo nell’occhio. Il famoso elefante in una stanza. L’Argentina è uno di questi Paesi che ancora sconta il suo recente passato di sangue con la dittatura militare dal 1976 al 1983, il cosiddetto “processo di riorganizzazione nazionale”. Ma nonostante quel periodo sanguinoso sia stato archiviato, rimangono ancora tanti dilemmi insoluti.
Tra questi i famosi desaparecidos, le migliaia di persone scomparse durante il regime. Ancora oggi gli attivisti argentini lottano per fare giustizia e fare in modo che la memoria non venga perduta. A Bologna, giovedì 14 novembre saranno organizzati un incontro e mostra con Simone Zarotti al Senape Vivaio Urbano alle ore 20.30 che ha lavorato sul tema.
Nunca mas
L’autore, grazie al supporto di Arci/Arcs ha visitato l’Argentina per documentare il fermento di un Paese che non trova pace e che nel corso degli ultimi decenni ha dovuto fare i conti con crisi economiche e sociali devastanti. Nel marzo del 2019 è stato visitato l’Esma, il campo clandestino più grande del Paese. Durante il viaggio sono state documentate le attività per il recupero dell’identità di quei ragazzi e ragazze grazie agli sforzi delle Abuelas de Plaza de Mayo.
Nel Parco della memoria, nato per volontà di Vera Vigevani Jarach, Madre de plaza de Mayo, Linea Fundadora, si è incontrato Vichi Donda, giovane deputata che è una nipote recuperata e restituita alla sua vera identità. Nella ricerca dei loro figli scomparsi, le Abuelas del Plaza de Mayo dal 30 aprile del 1977 sfilano in piazza ogni giovedì alle 15.30 cercando memoria, verità e giustizia.