Testi e foto di Renato Ferrantini
Superata la fase di lockdown dovuta al Covid-19, nel nostro Paese inizia un’emergenza economica e sociale senza precedenti. Il progetto “NESSUNO ESCLUSO – Neanche chi ora è in difficoltà” è un servizio di supporto di beni alimentari e di prima necessità alle popolazione in stato di bisogno. L’iniziativa è nata a Milano ad inizio mese, è attiva a Roma dal 17 giugno. Le famiglie, italiane e straniere, attualmente coinvolte nell’iniziativa – indicate dai servizi sociali dei tre municipi interessati (I, VI e VII), sono duecento. La consegna dei pacchi alimentari cosiddetti di base, i cui prodotti sono donati da aziende private, avviene due volte a settimana; inoltre, grazie al supporto di più di novanta volontari, vengono consegnati, in aggiunta, prodotti di lungo utilizzo, come olio e beni per l’igiene personale e la casa.
“E’ un’iniziativa nuova perché non rientra nell’ambito socio-sanitario che caratterizza Emergency”, racconta Maura, volontaria dal 2003 che abita al Tufello; nei mesi passati, proprio a partire da questo territorio si sono sviluppate in città iniziative di sostegno e l’inserimento a supporto di realtà ben più grandi testimonia l’eccezionalità di un periodo durissimo per la capacità di sostentamento e sopravvivenza di molti nuclei familiari.
Di sabato mattina, al momento distribuzione, insieme ai volontari Marco e Cristiana, arriviamo da Giulio, nel quartiere Casilino. Si entra da un androne di colore; il suo scooter è stato parcheggiato quasi dentro al portone. Giulio si siede a terra, proteggendo il pacco che gli è stato appena donato e racconta la sua storia. Ha tre figli, aveva una ditta di noleggio, il turismo è scomparso e ha perso il lavoro.
Raggiugiamo poi un’abitazione malandata ubicata tra i prati, a Torre Angela. Antun e Dijana sono croati e giovanissimi, neanche trent’anni e cinque figli. Sono nati in Italia, lui lavorava come era giardiniere nelle ville dei vicini. Con Carmen e Francesca, avvocato e project manager, incontriamo Alessia, Asha, Daya e Taiwo, e ritorniamo nell’ordinato magazzino di Tor Cervara; all’interno ancora uno striscione di Natale, un cavallo di legno indiano in vendita per beneficenza e numerosi pallet di pasta, biscotti e passata di pomodoro evidenza di questa nuova ondata di povertà.
I nomi indicati sono di fantasia.