Milano celebra Romano Cagnoni

Presso lo spazio espositivo Atelier Balderi a Milano, è possibile fino al 31 ottobre visitare la mostra di Romano Cagnoni Eye on Humanity

di Marisa Di Sorbo


La fotografia è totale quando racconta, con impatto visivo, l’andamento dell’esistenza.
Romano Cagnoni

Presso lo spazio espositivo Atelier Balderi a Milano, è possibile fino al 31 ottobre visitare la mostra di Romano Cagnoni Eye on Humanity. A cura di Ivo Balderi e della Fondazione Romano Cagnoni, inserita nella programmazione di Photofestival.

È un’importante occasione per celebrare e leggere attraverso le 50 opere fotografiche la visione dell’essere umano in tutte le sue sfaccettature. Il tutto secondo Romano Cagnoni, che è stato sicuramente uno dei fotografi più significativi del Novecento. Fotografo riconosciuto e premiato a livello internazionale, le sue opere sono state pubblicate sulle copertine e prime pagine di quasi tutti i più importanti giornali e riviste d’ Europa e degli Stati Uniti.

Il suo modo di fotografare si è distinto sicuramente, oltre che per aver documentato guerre e conflitti a livello mondiale, anche per come ha interpretato la condizione stessa dell’uomo e di come la speranza di cambiare alcune dinamiche sia motrice dell’animo umano. Romano Cagnoni ha tenuto circa 50 mostre personali ed altrettante mostre collettive in tutto il mondo.

Comincia da giovane a fotografare nei laboratori di scultura nella sua Pietrasanta. Nel 1958 si è trasferito a Londra, dove ha vissuto per 30 anni. Qui, ha iniziato a lavorare come fotografo freelance, contribuendo a diverse riviste europee. Ha lavorato con Simon Guttmann (uno dei fondatori del fotogiornalismo moderno, con Robert Capa, Felix Mann, Kurt Hutton e Henri Cartier-Bresson).

È stato il primo fotografo occidentale indipendente ad essere ammesso nel Vietnam del Nord. Molteplici i suoi lavori: Cambogia, Biafra, Israele, Irlanda del Nord, Afghanistan, Jugoslavia, Cecenia, Kossovo. Molte le storie coperte da Cagnoni clandestinamente, tra cui l’invasione sovietica dell’Afghanistan nel 1980, la Polonia nel 1981, gli aeroporti argentini durante la guerra delle Falkland nel 1982. Nel 1995 fu l’unico a fotografare i guerrieri ceceni, organizzando uno studio di ripresa nel mezzo della guerra a Grozny. nel 2018 rientra e scompare a Pietrasanta all’età di 82 anni.

Romano Cagnoni ha documentato attraverso le sue immagini una crescita personale dell’individuo, lasciando a tutti un’eredità di memoria, che ci porta a riflettere sull’importanza del ricordare e accrescere il valore della giustizia e dell’etica per arrivare alla verità.

Precursore del fotogiornalismo moderno e fotoreporter ci introduce e accompagna in una verità profonda spesso oscurata dagli interessi dei grandi, condivide i suoi occhi nelle situazioni estreme come conflitti sociali, guerre e cambiamenti politici. Immagini fortemente impattanti e struggenti, con una disarmante conoscenza del potere dell’immagine, ha la capacità di alternare, come il bianco e nero, anche la realtà e l’apparenza, il dubbio e la certezza, leggerezza e dramma, cuore e mente, offrendo una visione più attiva del mondo.

Emozioni spogliate del superfluo, ci invitano ad una attenta ma non oppressiva riflessione, un cammino negli altri per ritornare sui propri passi. Ha il potere, pertanto, di trasformare immagini in un viaggio fatto di conoscenza e sapere per arrivare ad arricchire il nostro bagaglio di un peso che ha la forza di alleggerire l’animo.

In mostra si potranno dunque ammirare alcuni degli scatti che hanno inciso la sua lunga carriera e che lo hanno portato dal Vietnam del Nord nel ’65 al Biafra nel ’68-’69. Dal Sudamerica all’Irlanda del Norda. All’invasione Sovietica in Afghanistan nell’80 e in Polonia nell’81, per continuare nella ex-Yugoslavia negli anni ’90, in Cecenia nel ’95 e in Siria nel 2015, all’età di 80 anni.


Atelier Balderi presso Archivio Iginio Balderi
Via Ausonio 20, Milano

Orari: dal giovedì alla domenica dalle 15.30 alle 19.30. Ingresso libero