La memoria del tempo

Un percorso con la Fondazione Castellini per utilizzare la fotografia come strumento di conoscenza, di espressione e di socializzazione.

La memoria del tempo 1

“Le fotografie sono le orme della nostra mente, specchi delle nostre vite, riflessi del nostro cuore, memorie sospese che possiamo tenere in mano, immobili nel silenzio – se lo volessimo, per sempre. Non solo testimoniano dove siamo stati, ma indicano anche la strada che potremmo forse intraprendere, che ce ne rendiamo già conto oppure no”.
Judy Weiser


Il laboratorio di fotografia che abbiamo realizzato con Fondazione Castellini Onlus è nato con l’obiettivo di avvicinare al mondo della fotografia un gruppo di persone ospiti della Fondazione, per promuovere momenti d’incontro e socializzazione e soprattutto per lavorare insieme sul potere espressivo dell’immagine, sulla sua forza evocativa e sulla capacità di suscitare emozioni, sentimenti, pensieri, ricordi.

La fotografia può essere utile per avvicinare le persone e raggiungere un’intimità, per riattivare la percezione, per raccontare la propria quotidianità, il proprio “io”, gli “altri” e le realtà che ci circondano.
Le reazioni all’essere ritratti sono soggettive e collegate con l’immagine che abbiamo di noi stessi; questa immagine riguarda sia con il modo in cui ci vediamo, sia con il modo in cui vogliamo essere visti dagli altri. La creazione della nostra immagine mentale passa attraverso l’esperienza che facciamo quotidianamente attraverso il nostro corpo e attraverso i feedback nelle relazioni con le altre persone. Ma le fotografie non hanno solo a che fare con l’immagine che abbiamo di noi stessi. Sono un mezzo che stimola a riflettere sul mondo esterno e sulle nostre emozioni: ci possono confortare o ferire, divertire o spaventare, disgustare o attrarre. Per questo la fotografia è un mezzo espressivo, un linguaggio formale ed emozionale per raccontare ciò che non sempre si può dire a parole.
Quando le parole non bastano per descrivere un vissuto o un’emozione diventa necessario ricorrere a strumenti complementari di cura. La fotografia come manifestazione del mondo, un diario personale che nel suo rivelare riporta alla luce attimi cruciali, stati psicologici, difficoltà emotive: un veicolo straordinario per raccontarsi, oltre l’indagine verbale, per superare traumi, difficoltà spesso sepolte dentro di noi.

Le fotografie, realizzate dalle persone che hanno partecipato al laboratorio, non sono solo semplici immagini ma momenti impregnati delle emozioni e dei vissuti di ognuno di loro.

Fotografie di: Mohamed Abou, Angel Berto, Simone Bertolazzi,
Andrea Carnevale, Fabio Licata, Alessandro Nalin, Alessandro Scaletta,
Antonella Scannadinari, Sarah Strippoli, Luca Tresoldi e Valeria Zantomio.
Coordinatrice del progetto:
Germana Bertuzzi
Docenti:
Giulio Di Meo e Nicola Sacco