Break Free – la fotografia è un mezzo di rottura per eccellenza, di grande potenza, rompe il tempo del presente per consegnarlo a quello del passato o, se ben fatta, del futuro. Già nella sua stessa etimologia risiede quel suo genio speciale, il “noema” di Roland Barthes.
Scrivere con la luce; luce e tempo; specchio e testimonianza della realtà e mondo a sé in grado di oltrepassarla. E’ nata da genitori illustri, l’ottica e la chimica, figlia in origine di quell’argento che l’Alchimia considera materia viva, capace di intrappolare oggetti e persone, per sempre.
Eppure è figlia dell’uomo, come già nel 1544 aveva avuto modo di constatare Leonardo Da Vinci osservando l’eclissi solare dal foro stenopeico su una camera obscura. Perché la fotografia è sempre un punto di vista, quello del fotografo. Già la prima foto di cui abbiamo notizia è un punto di vista, quello di Niepce dal suo studio di Parigi. Ed è il punto di incontro e sintesi fra il mondo fuori, e il mondo dentro.
E’ in un equilibrio che si forma la fotografia, quello fra la dimensione personale e quella collettiva. Per alcuni tuttavia questo equilibrio rappresenta una gabbia; la natura di indice della fotografia la lega, come un’orma sulla spiaggia, al suo referente; per molti, primi fra tutti gli scrittori, a differenza della scrittura, o della pittura, che sono libere di rappresentare tutto ciò che vogliono, quando vogliono, la fotografia deve accontentarsi di quello che c’è.
Questo è vero per chi non vede nel mondo attorno a noi una serie di possibilità infinite. Ciò che conta è l’atteggiamento del fotografo nei confronti della tecnica.
C’è un aneddoto di Simon Evans:
– Una sera un mio amico che si diletta di fotografia, invitato a cena, mostrò alcune foto che aveva portato con sé. La padrona di casa, guardandole, esclamò: “Bellissime, deve avere una macchina fotografica eccellente!”. Al momento di andare via, il mio amico rivolto alla padrona di casa disse: …”Ottima cena: lei deve avere pentole di buona qualità!”.
Ma c’è di più; questo stesso limite diventa il punto di forza della fotografia nel momento in cui la foto comincia a diventare la garanzia che qualcosa è successo. A differenza delle parole, non ha bisogno di dimostrazioni, a una fotografia, semplicemente, crediamo e basta.
Grazie a questo diventa la paladina per eccellenza della denuncia, della rottura, del cambiamento, della libertà. Nasce il fotogiornalismo. E la fotografia, da indice diventa icona; non è più il semplice segno fisico dell’esistenza di un evento, ora ne comunica la forma e il significato. E ne diventa il simbolo. Se non ti vuoi perdere il suo #tedtalk, il tuo biglietto per il 18 maggio ora.