“Una fotografia non è necessariamente una menzogna, ma allo stesso tempo non è certo la verità. Si tratta più che altro di un’impressione, soggettiva e fugace; bisogna stare sempre all’erta, pronti ad afferrare l’inatteso.
(Martine Franck)
Martine Franck. Regarder les autres
Forte di Bard 9 marzo – 2 giugno 2024
di Marisa Di Sorbo
Arriva al Forte di Bard – dal 9 marzo al 2 giugno 2024 – un omaggio ad una delle più grandi donne della fotografia mondiale, Martine Franck. Oltre 180 scatti, che attraversano personaggi celebri, lotte femministe, sfollati, emarginati e paesaggi dei luoghi a lei più cari. Realizzata in collaborazione con la Fondazione Henri Cartier-Bresson. L’artista belga, nata nel 1938 e morta nel 2012, ha documentato l’avventura terrena nella tradizione della fotografia umanista francese, lasciando un’impronta profonda e personale nella storia della fotografia del XX secolo.
Nel 1963, inizia la sua carriera fotografica in seguito a dei viaggi in Estremo Oriente, divenne poi assistente di Eliot Elisofon e Gjon Mili al Time-Life . Nel 1969 è stata una fotografa freelance impegnata per riviste come Vogue , Life and Sports Illustrated e fotografa ufficiale del Théâtre du Soleil, per 48 anni. Dal 1970 al 1971 ha lavorato a Parigi presso l’agenzia fotografica Agence Vu e nel 1972 è stata cofondatrice dell’agenzia Viva.
Nel 1980, entrò a far parte dell’agenzia Magnum Photos e nel 1983 divenne membro a pieno titolo. Era una delle poche donne ad essere accettata in agenzia. Nel 1966, conobbe Henri Cartier-Bresson, si sposarono nel 1970, ed ebbero una figlia di nome Mélanie, e rimasero insieme fino alla sua morte nel 2004. Nel 1976, realizzò una delle sue foto più iconiche di bagnanti accanto a una piscina a Le Brusc, in Provenza. Sono stati pubblicati nove libri sulle sue fotografie, nel 2005 fu nominata cavaliere della Légion d’Honneur francese.
Fotografa di grande sensibilità, descrive in un modo straordinario la semplicità e realtà del quotidiano. Martine è stata in grado di lavorare con i suoi soggetti e far emergere le proprie emozioni, immortalando le loro espressioni sulla pellicola, aiutando, così, lo spettatore a capire ciò che aveva visto di persona. Le sue immagini restano empatiche con il suo soggetto. Lavorò fuori dallo studio, usando una fotocamera Leica da 35 mm e privilegiando pellicole in bianco e nero.
Fotografie che ci permettono di entrare in un mondo sospeso, immagini che hanno il merito di distogliere lo sguardo dalla centralità di un sicuro impatto, per portarlo su particolari insoliti e simbolici. Martine ha generato fotografie visivamente impattanti e intense nella sua semplicità, attraverso la cura costante del rapporto tra contenuto e forma, creando un nuovo modo per comunicare emozioni, conservando sempre il suo impegno sociale, divenne infatti un’attivista per molte delle cause che fotografò attivamente.
Alla ricerca costante della vita e di quello che si spinge oltre la verità, aveva un personale approccio documentale della fotografa e dell’inaspettato, fotografando le altre donne, privilegiate e indigenti, celebri e anonime.
La sua arte è il riflesso di uno sguardo di incredibile sensibilità e di una scrittura personale della bellezza dell’animo umano e di tutto ciò che ne contiene.
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