Confini inesistenti
Da oggi è disponibile il 152º numero di Witness Journal, un numero che vuole approfondire i concetti di limite e di libertà di espressione valicando i confini geografici e temporali.
Il numero si apre con il ricordo di Fausto e Iaio, due giovani studenti che la notte del 18 marzo del 1978 furono uccisi da tre uomini mai identificati. Il bersaglio e il clima di tensione politica degli anni Settanta fecero pensare a un mirato attacco neofascista, ma il caso venne chiuso e archiviato. La storia dei due diciottenni è necessaria perché nel nostro attuale periodo storico sembra si sia incrinato il concetto di libertà d’espressione e d’essere.
Il reportage di Davide Bonaldo ci trasporta in India, oltre la caoticità delle metropoli, e si concentra sulla quotidianità e sulla lentezza della vita nelle Sundarbans, la foresta di mangrovie più grande del mondo, racchiusa tra l’India e il Bangladesh. Qui le trasformazioni dovute al cambiamento climatico hanno causato la migrazione degli uomini mentre le donne rimaste lottano per far sopravvivere questo delicato ecosistema.
Le politiche climatiche – quelle non rispettate – sono le protagoniste del terzo servizio del magazine, con il lavoro di Ivano Adversi sulle miniere a cielo aperto della Renania settentrionale, nella regione della Ruhr. Qui, zona demilitarizzata a seguito della Prima Guerra Mondiale per evitare l’incremento bellico tedesco, sorgono miniere che hanno portato alla distruzione di foreste millenarie e di villaggi, causando effetti devastanti sulla biodiversità del terreno e sui centri abitati limitrofi.
Silvia Alessi ci porta poi in Afghanistan, nelle case rese centri estetici improvvisati che non sono altro che gli unici spazi dove le parrucchiere possono dedicarsi al proprio lavoro. L’Emiro dei Talebani, dopo aver già sancito il divieto di frequentare scuole superiori e università, ha infatti vietato la professione facendo chiudere tutti i saloni di bellezza, ma le donne afghane hanno continuato il loro lavoro in clandestinità. Gli intimi scatti di questo reportage narrano una Resistenza più intima, meno visibile, ma non meno potente.
L’ultimo servizio, di Giampietro Carli, ci mette a contatto con la vita ne La Boca, il barrio di Buenos Aires che riporta subito alla mente il volto quasi santificato di Diego Armando Maradona. Giampietro ne inquadra le contraddizioni, le età e i colori (il giallo e il blu del Boca Junior) e quell’arte e passione di vivere che è tipica di quei luoghi che non intenderanno mai rinunciare alla propria storia e alla propria identità.
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La Redazione

Invisibili
La sera del 18 marzo 1978, in via Mancinelli, vicino casa di Fausto, tre uomini scesero da un’auto e spararono otto colpi contro i due ragazzi, uccidendoli sul colpo. […]

Sundarbans 3000
Viaggiando verso sud da Kolkata il caos urbano cede il passo a un ambiente diverso caratterizzato da piccoli villaggi alberi Banyan templi negozietti e un crescente dominio dell’acqua. […]

Il prezzo dell’energia
Le estrazioni hanno determinato la distruzione di foreste millenarie e la demolizione di interi villaggi con conseguente perdita della biodiversità ed effetti nocivi sul clima e la salute umana. […]

The Cut
Sfidando le limitazioni poste all’attività giornalistica, e il divieto stabilito per decreto di fotografare gli esseri viventi, ho incontrato con discrezione in varie zone dell’Afghanistan queste donne. […]

Triunfo de Boca
Facile immaginare quanto anche a La Boca Diego Armando Maradona sia una forza emotiva e propulsiva: lo è per tutto il barrio, che ha un sentimento quasi religioso nei confronti della Casa de D10s. […]