Closer, dentro il reportage | edizione 2024
Era il gennaio del 2017 a Bologna, quando Witness Journal e TerzoTropico con il supporto di Arci, inauguravano la prima edizione del festival, nato per dare visibilità e spazio al lavoro di autrici e autori ancora poco conosciuti, con voci forti e inedite. Closer – Dentro il reportage il Festival di Fotografia di Fotogiornalismo, si rinnova con cadenza biennale e un programma fitto di incontri e workshop.
Fra gli obiettivi c’è innanzitutto la diffusione di una fotografia che possa essere racconto ed incontro, dialogo, inclusione, confronto e partecipazione. Conferenze, workshop, mostre collettive e letture portfolio gratuite da sempre accompagnano l’esposizione principale, mettendo a fuoco ciò che davvero conta: le storie di tutti noi. La forza umana che queste storie trasmettono ha forse ancora il potere di abbattere il muro di indifferenza che ci separa dalla realtà, nell’inferno del presente quotidiano? Closer si propone di restituire alla società una visione più autentica e accessibile del mondo, lasciando che le immagini raccontino senza filtri storie di vita, di persone, di mondi vicini e lontani. Nelle prime sei edizioni ha ospitato più di 30 mostre di autori emergenti, oltre ad incontri con fotografi di grande talento e sensibilità fotografica ed umana, fra questi Francesco Cito, Fausto Podavini, Dario De Dominicis, Paolo Marchetti e tanti altri.
Oggi, a più di sette anni di distanza da quella prima edizione, il festival è cresciuto e si è evoluto. Noi di Witness Journal, pur non essendo più tra gli organizzatori diretti, siamo entusiasti di partecipare come media partner all’edizione in mostra presso Qr Photogallery, realizzata e curata dalle associazioni TerzoTropico Aps e Tempo e Diaframma Aps e dalla Pro Loco di Budrio, in collaborazione con il Comune di Budrio e con il sostegno del Comune di Bologna.
Closer rimane un punto di riferimento per tutti coloro che credono nel potere delle storie visive. È un luogo d’incontro per fotografi, professionisti, amatori e curiosi che continuano ad esplorare un linguaggio che da quasi due secoli è parte integrante della nostra società, ma che è in continua evoluzione.
I finalisti di quest’anno presentano temi ed interrogativi urgenti e inderogabili, come la precarietà abitativa e l’impatto del cambiamento climatico sull’esistenza delle future generazioni; la crudezza della nascita nell’Africa subsahariana e il grande gioco della disumanità lungo la Rotta Balcanica; l’eterno mistero del rapporto fra uomo e fede e la poesia della ricerca nel viaggio.
Le mostre sono visitabili fino al 3 novembre 2024. Qui il programma completo del Festival.
La Redazione
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