Come una volta

 

Quando lo scorso anno ci sentivamo rattristati per l’impossibilità di scendere in piazza per celebrare il 25 Aprile a causa del lockdown, nessuno di noi probabilmente immaginava che, dodici mesi dopo, ci saremmo ritrovati ancora qui a parlare di una festa che non potremo vivere come si dovrebbe, ossia insieme. Celebrare la Liberazione non è solo una necessità storica, significa soprattutto ricordare i valori che hanno ispirato la Resistenza e che trovano espressione diretta nei principi della costituzione repubblicana. Ecco perché fa specie, non solo che si discuta ancora sulle favole, come quella dei partigiani buoni e cattivi, quanto che nessuno, nemmeno a sinistra, abbia detto una parola sull’ennesima tragedia nel Mediterraneo: centotrenta persone affogate con i loro sogni e speranze, nell’indifferenza di tutti.

Non abbiamo mai creduto a chi, pochi mesi fa, profetizzava un uomo nuovo, migliore, figlio dell’esperienza pandemica, semmai il contrario e i fatti di questi mesi lo hanno dimostrato senza possibilità di equivoci. Le difficoltà nello sconfiggere il Covid-19 e le sue conseguenze sui nostri modelli economico-sociali, hanno generato un stress sull’intero sistema con conseguenze a tutti i livelli, con effetti drammatici soprattutto sulle fasce di popolazione più deboli.Un fatto che è stato raccontato spesso quasi come una logica conseguenza e senza che i governi di ogni latitudine facessero troppo per intervenire in questo processo di progressiva emarginazione sociale ed economica.

In questo scenario tutt’altro che roseo, per la festa del 25 Aprile auguriamo a tutti i lettori di WJ di ritornare alle basi, ai principi e a quelle idee di condivisione, partecipazione, libertà e uguaglianza per cui tanti italiani hanno combattuto e dato la vita più settanta anni fa e di cui ora abbiamo tutti un tremendo bisogno.

Buona liberazione

Amedeo Novelli

Rwandan Girls‘n Boys

di Mauro Mercandelli

Negli ultimi giorni della guerra civile rwandese del 1994, in un orfanotrofio di Rilima, si trovava un gruppo di 171 bambini tenuto lontano dai massacri da una sola rete di recinzione e dai volontari dell’organizzazione non governativa Museke. Vennero messi in salvo e trasferiti in Italia […]

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Attraversando i Balcani

di Matteo Placucci

Se l’Unione Europea è il punto di arrivo per tutti i migranti sulla Rotta Balcanica, è in Bosnia-Herzegovina  che il 23 dicembre 2020, con l’incendio del campo di Lipa, i riflettori si sono riaccesi su un nodo da lungo tempo irrisolto. Nel paese sono infatti presenti 5 campi per richiedenti asilo, ma sin dalla loro apertura, la loro capacità è risultata insufficiente. […]

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Senza Corpo

di Anna Elisabetta Raffin

Un progetto fotografico, un sito di e-commerce (finto) e una raccolta fondi. Tutto questo è ‘Senza Corpo’, il reportage artistico di Anna Elisabetta Raffin, che ha trovato un modo alternativo per raccontare il fenomeno migratorio lungo la rotta Balcanica. […]

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La Scuola ai tempi del Covid

di Daniele Napolitano

Il 24 Febbraio 2020 veniva annunciata la prima chiusura scolastica a causa dei primi casi di Covid-19. Il servizio del fotografo Daniele Napolitano ci aiuta a tirare le somme del primo anno de La Scuola ai tempi del Covid. […]

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Ramadan

di Bruno Oliveri

Nel 2011 la giunta comunale di Genova approvò una delibera per la costruzione di una moschea in città, ma molte voci si opposero alla sua attuazione, senza sapere tuttavia che a Genova una moschea c’era stata per secoli. […]

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Sabbia e ruggine

di Francesco Coccoli

Sono arrivato in Rojava, nel Nordest della Siria, all’inizio del 2018, attraversando le acque grigie del fiume Tigri su una piccola barca a motore. Mi ero lasciato l’Iraq alle spalle e avrei vissuto e lavorato in Rojava per i successivi due anni. […]

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Partigiano Eros

di Massimiliano Donati

Bologna, 1945. Le prime luci dell’alba del 21 aprile accoglievano l’ingresso da Porta Maggiore del 2° Corpo Polacco al comando del generale Władysław Anders. […]

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