Ricominciare

La pandemia, il conseguente lockdown e l’attuale incubo di una seconda ondata sono tutti elementi che hanno stravolto le nostre vite, rendendole ancora più complicate e che ci hanno lasciato in eredità molte più incertezze e dubbi sul futuro in ogni ambito, compreso quello connesso alla fotografia e al fotogiornalismo in particolare. Giusto fare riflessioni su questi nuovi scenari ma ancora più importante è ragionare su come organizzarsi per riprendere in mano quel filo interrotto a fine febbraio. Mentre il nostro magazine è riuscito in questi mesi a continuare il suo percorso regolarmente, il Covid-19 ha temporaneamente “bloccato” quasi tutte le attività dell’associazione e non per nostra scelta ma per rispettare le regole imposte di volta in volta dal governo per gestire la tragica emergenza sanitaria che ha spazzato via così tante vite.

Oggi, nonostante il pericolo non sia del tutto alle spalle, WJ sta tentando di riprendere esattamente da dove ci eravamo fermati. E’ quindi di nuovo in partenza il corso di fotografia realizzato a Milano insieme a Ri-Scatti e al Comune di Milano destinato a persone che si trovano in difficoltà e ai margini della società; sta finalmente per andare in mostra al PAC il progetto sulla prostituzione realizzato insieme a Lule e a Visual Crew, così come ha ripreso a girare la macchina di Closer. I lavori vincitori del 2019, per lo slittamento del Festival, saranno esposti insieme a quelli che verranno premiati quest’anno. A marzo del 2021, sempre a Bologna, prenderà il via quindi un’edizione del festival con un programma ancora più ricco delle appuntamenti precedenti.

Anche se le regole sul distanziamento sociale sono senza dubbio un problema in più da risolvere nell’organizzazione di progetti ed eventi come quelli appena citati, siamo sempre più convinti che il gioco valga la candela e che ci sia ancora più bisogno di impegno ed energie per cercare di aiutare chi, dopo la pandemia, si trova sempre più ai margini e in difficoltà. Il Covid-19, infatti, non ci ha reso affatto migliori e, soprattutto, ha dilatato ulteriormente la disuguaglianza sociale, generando nuovi poveri e nuova emarginazione.

Documentare questo pezzo di storia contemporanea, così come continuare a utilizzare la fotografia sociale non solo per denunciare ma anche per dare un aiuto concreto e tangibile a chi si trova in difficoltà è per noi, oltre che un obbligo morale, la ragione principale per stare insieme in questo progetto, sempre in cerca di nuove idee e di persone che le possano portare avanti, trasformandole in azioni concrete.

La redazione

Una rosa a Sarajevo

di Eleonora Carlesi

Nel corso della guerra Serbo-Bosniaca (1992-1995) lo stupro è stato usato come un’arma di pulizia etnica; tra le donne che non venivano uccise, molte furono liberate solo quando la gravidanza era troppo avanzata perché potessero abortire: avrebbero così dato alla luce figli serbi. […]

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The Hidden Zoo

di Dario Li Gioi

Nel corso degli anni gli zoo hanno scelto di cambiare ruolo. Alla loro nascita avevano una funzione perlopiù espositiva, di intrattenimento. Non solo, all’inizio erano spesso simbolo di conquista coloniale, tanto che durante il colonialismo nacquero anche gli ‘zoo umani’. Oggi però, i vecchi giardini zoologici hanno scelto di trasformarsi in avamposti per la salvaguardia delle specie. Tra questi vi è anche il giardino zoologico di Roma. Nato nel 1908, ha assunto la forma attuale di “bioparco” nel 1994 e oggi fa parte dell’Unione europea zoo e acquari (Eaza) e dell’Unione mondiale zoo e acquari. […]

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Kein Bier vor Vier

di Pietro Romeo

Kein Bier vor vier! è il proverbio preferito da queste parti, una sorta di slogan preso in prestito dalla saggezza popolare tedesca. Per capire cosa significa basta sedersi al bancone e chiedere a un cliente a caso. Mentre sorseggia una pinta alle 11 del mattino, ti risponderà sornione nella sua lingua madre: “Mai bere birra prima delle 4 del pomeriggio”. […]

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Far South – Nelle profonde terre di Calabria

di Michele Martinelli

Italòi è un vocabolo con il quale gli antichi Greci indicavano i Vituli, una popolazione che risiedeva nell’estrema punta meridionale dell’Italia; erano chiamati così perché la loro religione osservava l’adorazione dell’immagine di un vitello. Il termine Vituli, infatti, significa letteralmente “abitante della terra dei vitelli”. Lentamente, l’evolversi del vocabolo Italòi dette il via all’utilizzo di una nuova parola: Italia, che inizialmente indicava una regione ben precisa, l’attuale Calabria. […]

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Reriate: Il paese che non esiste

di Cristiano Zingale

Sicuramente in pochi hanno sentito parlare  o conoscono la storia di Reriate. Reriate è una piccolissima frazione di un paese dell’hinterland milanese, sgomberato completamente in seguito all’armistizio di Badoglio dell’otto Settembre 1943. […]

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Forte urbano

di Mirco Fiorini

La Casa Circondariale di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, è una della quattro case lavoro in Italia inaugurato nel 2005 in collaborazione con la comunità di San Patrignano.  Con “case lavoro” si intendono strutture dove vengono ospitate due tipologie di persone: gli internati, coloro che, dopo aver scontato la pena di reclusione, sono valutate ancora potenzialmente pericolose, e i detenuti. […]

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Aqvariovid-19

di Alessandro Barile

Il concetto che il mondo si è fermato durante Covid-19 appartiene solo ed esclusivamente alla sfera umana. La messa in pausa delle attività dell’uomo ha anzi dato respiro al pianeta, lasciando che gli animali, a poco a poco, riprendessero quelle nicchie ecologiche che avevamo loro tolto. […]

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