Come prima, più di prima
Qualcuno durante il lockdown ha scritto che la pandemia ci avrebbe reso tutti migliori. Secondo questa teoria, l’esperienza derivante dalle misure straordinarie messe in atto per contenere la diffusione del Covid-19 avrebbe fatto scoprire agli italiani una nuova socialità, meno individualista e più solidale. In effetti, almeno stando alle cronache degli ultimi 90 giorni, durante la chiusura delle nostre città abbiamo letto di molte iniziative spontanee a supporto di chi si trovava più in difficoltà, ci siamo commossi per piccole grandi storie di solidarietà e ci siamo anche illusi che il lockdown avrebbe fatto riflettere tutti su un modello di società divenuto insostenibile sia per i sapiens, sia per l’ambiente, sempre più minacciato dalle conseguenze del nostro “progresso”.
A giudicare da quello che vediamo, dopo il passaggio alla cosiddetta Fase 2, le cose, come prevedibile, non stanno andando affatto in questa direzione e anzi il rischio ad oggi è che la pandemia ci renderà presto anche peggiori di come eravamo prima di questa drammatica esperienza. La ragione è tutto sommato semplice. Alla paura per il virus, che ci ha reso momentaneamente più attenti rispetto a certi temi, si è immediatamente sostituita quella per le sue conseguenze sui bilanci delle famiglie e ciò perché, in un modello basato quasi integralmente sul profitto, il primo effetto del lockdown è stato l’ampliamento delle diseguaglianze economiche. Mentre i mercati finanziari si sono ripresi in fretta dal terremoto iniziale, nel mondo reale, quello in cui le risorse economiche non sono frutto di speculazioni ma del lavoro, lo scenario per la maggior parte degli italiani è diventato molto difficile per non dire drammatico.
Eppure, se potessimo riavvolgere il nastro e tornare ai giorni più bui e dolorosi, passando al setaccio sentimenti e riflessioni di quel periodo troveremmo davvero più di un elemento su cui poggiare le fondamenta di un vero e proprio rinascimento del nostro modello di società: più inclusione, meno sperequazioni, più solidarietà e soprattutto, più sostenibilità. Ripartendo da questa esperienza e dai valori che, seppur momentaneamente, abbiamo riscoperto, potremmo davvero trovare nuovi paradigmi di sviluppo. Per riuscirci però servirebbero gli Stati Generali della società e non quelli dell’economia, perché qualsiasi progetto che rimetta al centro il capitale anziché l’essere umano, non potrà che replicare un modello destinato prima o poi a collassare sotto il suo stesso peso, poiché incompatibile sia con il nostro pianeta, sia con i suoi abitanti.
Amedeo Novelli

Le immagini di Morel
“Vi costa fatica ammettere un simile sistema di riproduzione della vita? Pensate, non ho preteso di creare la vita. Soltanto registrarla e proiettarla.”
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25 maggio 2020, Minneapolis, George floyd viene arrestato dalla polizia. […]

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