Quota 49

Prima di scrivere ciò che state leggendo avevo preparato un pezzo dedicato ad Antonio Megalizzi con l’obiettivo di rendere omaggio a questo sfortunato collega e, soprattutto, di far capire l’importanza di un progetto come EuroPhonica che pur con tutte le differenze del caso, analogamente al nostro, insegue l’utopia di un’informazione lontana dai modelli mainstream in funzione di un’idea di giornalismo differente, più vicina alle persone cui si rivolge.

Oggi, constatando il permanere dello stallo politico europeo sulla questione dei 49 migranti salvati in mare dalle due imbarcazioni delle ONG tedesche, Sea Eye e Sea Watch, a torto o a ragione mi sono convinto che il modo migliore per ricordare Antonio fosse parlare di questa vicenda che non si svolge solo al largo delle coste di Malta ma soprattutto nelle stanze del potere a Bruxelles così come a Strasburgo, Roma, Parigi o Berlino, le stesse di cui EuroPhonica narra le cronache politiche.

L’immagine di una Unione Europea che non è in grado di gestire le sorti di 49 persone, garantendo loro almeno un approdo temporaneo, è l’immagine di un fallimento senza precedenti, lo specchio di un sistema malato, di una politica ostaggio di quegli stessi sovranismi che la nascita della comunità politica europea avrebbe dovuto sopprimere per sempre e che invece è riuscita addirittura a resuscitare. Sebbene non ci sia bisogno di una calcolatrice per capire che la redistribuzione di 49 migranti tra 28 stati membri non dovrebbe rappresentare né un problema economico, né uno di sicurezza, ma solo ed esclusivamente ciò che è, ovvero un’emergenza umanitaria, la paralisi politica che abbiamo davanti agli occhi racconta una Europa molto diversa, fatta di paure, divisioni e conflitti e sempre più lontana da quei principi su cui credevamo fosse fondata e da cui dovremmo probabilmente ripartire. Perché l’idea di Europa in cui credeva Antonio non è né superata, né sbagliata ma semmai è solo clamorosamente incompiuta.

Amedeo Novelli

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