Lo strano caso di Fabio Vettorel

Diciotto anni di vita di cui gli ultimi due mesi trascorsi dietro le sbarre di un carcere di Amburgo a seguito del fermo di polizia avvenuto dopo gli scontri durante le manifestazioni anti G20. La situazione giudiziaria di Fabio Vettorel non è ancora chiara: non esiste un mandato preciso, né accuse ben definite. Secondo il tribunale tedesco però il diciottenne di Feltre sarebbe “predisposto alla violenza” e avrebbe subito “carenze educative”. Detto che questi tratti non giustificano di per sé l’attuale stato di fermo e la custodia cautelare in carcere, a fare impressione è il fatto che il tribunale non abbia nemmeno predisposto una perizia psicologica atta a provare queste affermazioni che al momento sono dunque semplici illazioni. Poco importa anche che le uniche prove rese note a supporto della presunta condotta violenta di Fabio durante le proteste del G20, ossia i video girati dalla polizia tedesca, mostrino il nostro connazionale mentre cammina e si ferma a raccogliere un oggetto da terra a pochi metri da un cordone di polizia, in tutta calma e senza nessun atteggiamento violento o provocatorio.

Ad essersi accorti delle anomalie di questa vicenda giudiziaria non è la stampa italiana, che con poche eccezioni si è limitata a qualche pezzo di cronaca, ma quella tedesca. Adr, il principale canale televisivo della Germania, ha realizzato uno speciale sul caso di Fabio, andando a intervistarlo in carcere e mettendo in luce le anomalie della sua vicenda giudiziaria. L’impressione, secondo molti opinionisti tedeschi, è che Fabio sconti l’effetto del clima politico creato anche delle dichiarazioni del sindaco di Amburgo che fin da subito ha chiesto punizioni esemplari per coloro che si erano resi protagonisti degli scontri. Con così pochi elementi a disposizione, non è facile prendere posizione su quanto sta accadendo in Germania ma quel che è certo è che con Fabio si stanno usando pesi e misure differenti rispetto agli altri fermati, considerato che per esempio tutti quelli di nazionalità di tedesca sono stati rilasciati dopo pochi giorni.

Quello che purtroppo si può fare è constatare l’incapacità delle forze dell’ordine di operare in maniera preventiva, impedendo l’arrivo dei più violenti, uno per tutti il famigerato blocco nero, con un adeguato lavoro di intelligence tra le polizie europee. Come ho potuto personalmente testimoniare durante il G8 di Genova, a fare le spese di questa situazione, non sono solo le municipalità delle città che ospitano di volta in volta le riunioni dei grandi del mondo, ma anche tutti coloro che manifestano pacificamente e che rischiano, per colmo di paradosso, di ritrovarsi accusati di crimini commessi da altri. Speriamo che non sia questo il destino di Fabio.

Amedeo Novelli

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