La fotografia piange Robert Frank

È morto oggi uno dei fotografi più famosi e importanti del secolo scorso. Aveva 94 anni. Celebre il suo lavoro "The Americans"

Di Redazione Wj

Ci lascia a 94 anni uno dei più grandi fotografi documentaristi del secolo scorso. Robert Frank è morto a Inverness in Nova Scotia e a confermare il decesso è stato Peter Gill della galleria Pace-McGill di Manhattan. Nella memoria collettiva rimane indelebile il suo “The Americans”, lavoro in bianco e nero pubblicato alla fine degli anni cinquanta.

La biografia: i primi anni di attività

Nato da una famiglia di origine ebraiche nel 1924 a Zurigo, dal ’41 al ’44 lavora come assistente fotografo al seguito di Hermann Segesser e Michael Wolgensinger. Di lì a poco si trasferisce negli Usa e viene ingaggiato come fotografo di moda per Harper’s Bazaar. Ma la sua attività non si limita a questo. Sarà il reportage a renderlo celebre. Viaggia tra Perù e Bolivia pubblicando i suoi lavori sulla rivista Neuf e su Indiens pas morts. Nel 1951 le sue foto sono inserite nella mostra 51 American Photographers allestita al Museum of modern art di New York e poi nella The family of man del 1955.

Il lavoro in Europa come fotogiornalista

Il suo impegno nel fotogiornalismo diventa sempre più intenso. La fotografia di moda viene abbandonata e dopo una serie di viaggi a Parigi, Londra, Galles, Spagna e Svizzera nel 1955 riceve la borsa di studio annuale promossa dalla Fondazione Guggenheim di New York. Con i soldi ricevuti viaggia per tutti gli Stati Uniti dal 1955 al 1956.

The Americans

Il lavoro che forse lo ha reso più celebre è proprio “The Americans”, pubblicato per la prima volta a Parigi nel 1958 da Robert Delpire (titolo originale Les Américains). Su oltre 24 mila foto scattate negli Usa ne vengono selezionate 83 e nel 1959 Grove Press pubblica il volume negli Stati Uniti col titolo di The Americans.

L’abbandono e il ritorno alla fotografia

Negli anni ’60, Frank abbandona, almeno in parte, la fotografia per dedicarsi alla realizzazione dei film. Questa fase della sua carriera viene segnata irrimediabilmente dalla scomparsa della giovane figlia tanto che a seguito del lutto, c’è un ritorno all’antico lavoro, seppur lontano dalla documentaristica che lo aveva reso celebre. Nel 1994 dona gran parte del suo materiale artistico alla National Gallery of art di Washington che crea la Robert Frank Collection. Nel 1996 ottiene l’Hasselblad award e nel 2000 il Cornell Capa Award. Tra il 2005 e il 20066 un’ulteriore retrospettiva della sua vita artistica gira il mondo: si tratta della mostra Robert Frank: Story Lines, partita da Londra nel novembre 2004.