di Giulio Di Meo
Giovedì 8 Giugno 2017 – Ore 19:30
Incontro con: Grazia Bucca (fotogiornalista), Garip Siyabend Dunen (fotografo e attivista), Giulio Nori (fotografo freelance e documentarista), Serkan Xozatl (attivista politico).
Inaugurazione delle mostre:
Bakur, immagini di un popolo resistente di Grazia Bucca
Convivenze di Garip Siyabend Dunen
Primavera in Kurdistan di Giulio Nori
Le Mostre
Bakur, immagini di un popolo resistente di Grazia Bucca
Racconta di una guerra anomala, combattuta da uno Stato dentro i suoi stessi confini territoriali, dal governo turco contro la minoranza curda, che abita in prevalenza quel territorio martoriato e che tenta di sperimentare una forma di autogoverno, che punta sul rifiuto delle frontiere e delle divisioni tra i popoli.
Sono immagini crude: case crivellate, macerie, persone in fuga da condizioni di vita durissime imposte dal governo di Ankara come negli altri centri urbani di Cizre, Sirnak, Silopi, Nusaybin.
A Sur, il centro storico di Diyarbakir e patrimonio dell’Unesco, è stato in quei mesi imposto un coprifuoco 24 ore su 24, mentre mancavano luce e acqua e i soldati sparavano a vista su quanti si avventuravano fuori casa.
Convivenze di Garip Siyabend Dunen
Nell’attuale Armenia vivono i discendenti degli antichi curdi yazidi, vittime a più riprese di brutali massacri e tentativi di genocidio.
Nel Paese vivono undici minoranze cui sono stati riconosciuti ufficialmente i diritti politici e culturali. L’Armenia è stata anche uno dei centri della letteratura e dell’arte curda. Qui vi sono trentadue scuole nelle quali è prevista l’educazione in lingua curda ed esistono iniziative per proteggere la cultura dei curdi yazidi; in quelle scuole si sono formati intellettuali e scrittori. Gli armeni e i curdi yazidi in Armenia condividono la vita quotidiana in uno spirito di pace e fratellanza; le loro culture si influenzano l’un l’altra; è possibile rintracciare dei segni dell’influenza della cultura armena sui curdi yazidi, ma ciò non raggiunge mai livelli di assimilazione, e ai curdi yazidi è riconosciuta la possibilità di tramandare i loro valori culturali e religiosi.
Primavera in Kurdistan di Giulio Nori
La macchina fotografica del viaggiatore aiuta a concentrare l’attenzione e a facilitare la scoperta visiva, si scatta quando ci si riconosce in qualcosa. Durante i suoi numerosi viaggi in Kurdistan, Giulio Nori racconta il suo interesse per la storia e le vicende sempre attuali del popolo Curdo. Già dai primi scatti analogici in bianco e nero si avverte una forte legame tra un popolo e la sua terra, in un’alternanza di panorami deserti e folle imponenti che in qualche modo ricalcano la struttura morfologica della regione stessa. Nelle foto a colori, più recenti e fortemente incentrate sul Newroz, il capodanno curdo, si compie quell’avvicinamento che solo la conoscenza, l’esperienza e l’empatia di chi vive un luogo più volte, tornando a respirare atmosfere sempre più familiari, può avere. Nori attraverso i suoi scatti racconta i diversi aspetti della quotidianità apparente di una festa identitaria, fortemente ostacolata dal governo Turco tanto da far sembrare, negli anni, la repressione una parte della tradizione stessa. I colori restituiscono calore alla polvere e i suoni della primavera accendono visivamente la fierezza dell’appartenenza ad una terra arida ma viva.
Gli Autori
Grazia Bucca, giornalista pubblicista, ha curato documentazioni fotografiche per Arci (Carovana Antimafie 1994-2003) e Boats for People (2012 traversata dall’Italia alla Tunisia sulle rotte dei migranti). Vive e lavora a Palermo.
Garip Siyabend Dunen è nato nella regione curda in Turchia e dal 2013 vive in Italia. È autore del documentario “Di nekuje/Non uccidere”, della mostra fotografica “Sinor/Confine”. Dal 2008 al 2015 ha collaborato in medio oriente con giornalisti, documentaristi e fotografi conosciuti a livello internazionale.
Giulio Nori, fotografo freelance e documentarista, nasce a Parma il 25 ottobre 1969. È presidente dell’associazione di documentazione sociale Le Giraffe e socio D.e-r (Documentaristi Emilia-Romagna).
Alì Ekber Sultan, Serkan per gli amici, è giunto in Italia nel1997. Nato a Dersim (oggi Tunceli) cresce in una cittadina costiera di Smirne(Izmir, in turco) forgiando pelli e studiando di notte. I primi cortei di pace, invocando la libertà per il suo paese, ai quali partecipa, risalgono quando lui aveva 17 anni. Imprigionato, torturato, rinnegato e trattato come un terrorista, lascia il suo paese, in seguito ad una confessione indotta a un suo amico, sottoposto a tortura, che lo segnala come cospiratore. Imbarcatosi clandestinamente, arriva in Calabria, dopo 5 anni giunge a Parma nel 2002, dove è sottoposto subito a una delicata operazione chirurgica alla schiena. Durante una manifestazione nel suo paese, è stato travolto da un carro armato, al quale è sopravvissuto grazie all’intervento di un suo amico.
Serkan è stato uno dei primi a essere inserito nel programma dei rifugiati vittime di guerra e tortura dell’Ausl di Parma. Oggi lavora in un Kebab, “la valle dell’Eden”, la causa del popolo Curdo, resta fondamentale nella sua vita, diventando punto di riferimento per la comunità Curda locale, attivo politicamente, partecipa a diverse manifestazioni con interventi che riguardano la sua storia, la storia del suo paese e la libertà da qualsiasi forma di dittatura.
Luogo: Dynamo – La Velostazione di Bologna, Via dell’Indipendenza, 71/Z, 40121 Bologna