di Davide Barbera
C’è la mano del figlio e l’essenza del padre. Converte in immagini l’affollarsi caotico dei pensieri e bilancia il nostro irresistibile istinto alla vita con la difficoltà delle prove che siamo chiamati a superare. Before You Grow Up è un libro che ci parla di amore, quello incondizionato di una grande famiglia che si spinge anche oltre i vincoli di sangue e abbraccia tutte le persone che accrescono la fede in noi e nell’uomo. E di queste presenze, la vita di Bazan ne è costellata: l’adorata moglie Sissy, i figli Pietro e Stefano, due genitori che gli hanno permesso, non senza sacrifici, di fare in modo che la sua patria fosse il mondo intero. E poi Cuba, la “bella donna” di cui non riuscì più a fare a meno, e che tanto profondamente ha ritratto in un racconto lungo quattordici anni. Un racconto che dura ancora, come tutti gli amori impossibili da dimenticare.
Dalla copertina di Cuba a quella di Before You Grow Up: la nave che idealmente ci conduceva all’inizio del tuo cammino cubano ha cambiato forma e si è fatta di carta. Possiamo dire che sia la quadratura di un cerchio?
La barca di copertina del primo libro della trilogia, Cuba, era una doppia metafora: quella dei migliaia di cubani che cercavano libertà fuggendo dall’isola in quegli anni come potevano e, allo stesso tempo, quel ragazzino affacciato sul finestrino ero io, in costante movimento alla ricerca di nuovi microcosmi di umanità dove potermi immergere a lungo. Cosa che ho fatto e continuo a fare ancora oggi durante i miei viaggi, specialmente nei paesi dove lavoro da quasi due decenni o la mia Sicilia, dove rientro fedelmente ad ogni Pasqua dal 2002. Lo stesso anno in cui fondai i miei workshop a Cuba, che poi si estesero lentamente ad altri luoghi a me cari.
In Before You Grow Up la barchetta di carta fatta da uno dei miei figli all’asilo, e che ho conservato religiosamente per tanti anni quasi inconsapevolmente, assume un significato più felice, di partenze e ritorni, grazie al sogno premonitore di Sissy che ho appena avverato pienamente ritornando a Cuba, isola sognata e agognata, in tutti questi dieci lunghi anni di assenza. L’avere appena realizzato i miei primi due workshop a undici anni di distanza esprime, come ho scritto nel libro, motivo di speranza di fede profonda!
Before You Grow Up è un’elegia al trascorrere del tempo e alla vita. Diversamente dagli album di famiglia ai quali siamo abituati, non si esaurisce in una raccolta di foto-ricordo a memoria degli attimi felici; al contrario, come un diario, include anche momenti di raccoglimento e profonda malinconia. Esperienze che accomunano la grande “famiglia dell’uomo”, per dirla con Steichen, in un’accezione più intima ma ugualmente universale. Quando hai avvertito l’esigenza di questo libro? È legata ad un evento in particolare?
L’idea mi venne quasi per “caso” diversi anni fa, nel 2007 per l’esattezza. Sentii l’esigenza spontanea di preparare un album di famiglia considerando che avevo fotografato il corso naturale della gravidanza di Sissy. Lo ricordo come uno dei momenti più belli di tutta la mia esistenza! Attendevamo i nostri gemelli, Pietro e Stefano, con molta gioia e allegria; vivevamo una preparazione corale con la sua straordinaria famiglia cubana. Ai tempi era solamente una documentazione privata, ma con il passare dei mesi, prima della nascita, e poi di tutti gli anni a seguire, incominciai a rendermi conto che c’erano delle foto che mi piacevano, che andavano al di là delle foto ricordo. L’idea rimaneva comunque quella di creare un racconto visivo sulla mia famiglia cubana. Una volta iniziato il lavoro sul libro, ho impiegato quasi dieci anni per portarlo alla luce. Dopo i primi mesi di lavoro mi resi conto che non potevo escludere la mia famiglia siciliana e i primi cinquantasette anni della mia vita. La scomparsa di mio padre, e l’avere scattato (non riesco ancora oggi a capire dove trovai la forza per farlo) delle foto nella sala mortuaria e poi durante la cremazione, incominciarono a rendere la genesi molto più dolorosa e difficile. Ho cercato di rendere il più personale possibile la mia storia e, allo stesso tempo, universalizzarla. L’essere riuscito a dedicare copie a mia madre, ai miei fratelli, alla mia amata Sissy e ai nostri figli Pietro e Stefano, rappresentano regali preziosi. Stelline nella mia esistenza!
Nelle prime pagine “confessi” con entusiasmo di non essere l’unico artefice delle immagini che seguiranno, tanto che si spazia dai classici ritratti di famiglia alle fototessere scattate in serie dalle cabine automatiche. Per di più, le tracce del nostro passaggio non sono testimoniate unicamente dalle foto, così ci imbattiamo in lettere, disegni e passaporti. Ogni sorta di memorabilia affettivo. Il pensiero comune vuole che il fotografo sia anche il peggior photo-editor di se stesso: a maggior ragione in un lavoro tanto variegato, personale ma al tempo stesso collettivo come questo, come si è svolto l’editing?
L’editing è stato corale come in tutti i libri della trilogia cubana! Gli studenti hanno giocato come sempre un ruolo precipuo e, in modo particolare, il grafico americano Kevin Sweeney (anche lui un mio allievo) che ha disegnato il libro insieme a me e che ha creato dal nulla una copertina evocativa. È stato l’editing più arduo per la vicinanza ai soggetti. Non credo che troverò tema più difficile negli anni a venire. Tanto le diverse parti del libro che la copertina hanno vissuto cambiamenti continui fino al momento in cui siamo andati in stampa. Mi ritengo molto fortunato di aver potuto contare sui consigli e i commenti di tantissimi allievi a me vicini, assieme a quelli di mia moglie e di mia madre che mi hanno sempre spronato a seguire il mio intuito. L’aver potuto disegnare ha scatenato dentro di me un’onda creativa che adesso mi accompagna e che sicuramente mi servirà nei progetti futuri.
The Americans di Robert Frank si pone come un riferimento essenziale per il tuo modo di fotografare. Così come l’opera del fotografo svizzero riesce a destrutturare l’idea del sogno americano, con la trilogia cubana disveli il mito del regime castrista. Un’immagine su tutte: l’effige del Lider Maximo dismessa ai piedi di un muro, dietro il quale scorgiamo appena la figura di un uomo. Anche in Before You Grow Up è naturale che Cuba rivesta una parte fondamentale. Che peso ha avuto quest’isola nel bilancio della tua vita? In base alla tua esperienza e al di qua d’ogni facciata, quali sono stati i frutti della rivoluzione comunista?
Cuba rappresenta alcune delle mie vite passate che sono sicuro di avere vissuto nell’isola e, al contempo, i quattordici anni trascorsi dal 1992 al 2006, cui, adesso, si aggiunge il tempo recente: i primi cinque viaggi, iniziati nel 2016. Affermare che l’isola ha avuto e che continuerà ad avere un peso importantissimo nella mia vita non renderebbe giustizia all’importantissimo ruolo svolto da Cuba nella mia esistenza. Le devo molto sia per la mia vita personale con la creazione del mio nucleo familiare, centomila volte più importante di tutte le mie foto messe assieme, sia dal punto di vista professionale. Grazie alle mie foto cubane ho avuto il privilegio di vincere alcuni fra i premi più prestigiosi a livello mondiale fra cui il W. Eugene Smith Memorial Fund, il World Press e una borsa di studio della fondazione Guggenheim. Ciò che trovo incredibile è che grazie a questo insperato “ritorno” sto creando lentamente un nuovo corpo di lavoro che non ha niente a che vedere con la mia trilogia. Lo stupore e la sorpresa sono grandi!
Rispetto alla seconda parte della tua domanda posso dire che una vita solamente sfiorata dal consumismo permette un’esistenza più dignitosa a un popolo con uno spirito combattivo e un profondo anelo indipendentista. Fotografando recentemente una scuola circense all’Avana, mi sono commosso vedendo l’impegno caparbio di questi bambini motivati esclusivamente dalla loro passione. Ho capito ancora di più l’importanza della spiritualità e di come quest’ultima sia cento volte più utile del materialismo becero e imperante in tutto il mondo! Lo ripeto costantemente ai miei figli che le cose che ci danno felicità in questa vita non hanno niente a che vedere con i nostri falsi bisogni consumistici: le troviamo dentro la nostra anima, sono accanto a noi ogni giorno. Basta prestargli attenzione! Da questo punto di vista Cuba è, ancora oggi, un faro di empatia e altruismo.
Sia la trilogia cubana che Before You Grow Up sono stati pubblicati dalla BazanPhotos Publishing, la tua casa editrice. Da anni assistiamo al fiorire di opere indipendenti finanziate grazie al crowdfunding, mentre l’editoria classica viene tacciata di scarsa attitudine al nuovo (e al rischio) puntando su una rosa di nomi dal rendimento assicurato. La BPP si muove in direzione opposta: senza rinunciare all’appoggio di una rete di investitori dal basso – le Mighty Ants – si propone di scommettere sui nuovi talenti, che non di rado hai modo di conoscere personalmente tramite l’attività di insegnamento. Parlaci della tua esperienza da editore e del meccanismo delle Formiche Possenti.
Mi si dice spesso che sono uno dei pochi fotografi/maestri al mondo che pubblica i lavori dei suoi studenti più talentuosi. Francamente ciò mi sorprende e mi lascia indifferente allo stesso tempo perché, ancora una volta, il desiderio di auto-pubblicare questi libri nasce da una profonda motivazione interiore spronata dalla mia energia. È un nuovo stadio di presa di coscienza e di ringraziamento per tutti i miei straordinari ragazzi che nel corso di tanti anni mi hanno aiutato così generosamente ad auto-pubblicare lentamente la mia trilogia e, per ultimo, Before You Grow Up. Pubblicando questi libri rendo omaggio umilmente non solo ai singoli autori ma anche a tutti coloro che si sono rimboccati le maniche e hanno fatto l’inimmaginabile per aiutarmi. Adesso tocca a me sdebitarmi. Sono previste diverse uscite negli anni a venire, dopo l’esordio positivo di With Animals di Willard Pate, nel 2015, e di Hometown di Barbara Peacock, nel 2016. Quest’anno vedrà luce Tiempo de Alma, un viaggio interiore di Giorgio Negro nei meandri di un’America Latina intima e nostalgica. A seguire pubblicheremo, dopo moltissimi anni di approfondimento, Laberinto di Juan de la Cruz, un lavoro a colori unico e straordinario del suo Messico misterioso, doloroso e contrastante, dove la sua anima si è calata da oltre un decennio alla ricerca dell’essenza: la sua, come uomo e fotografo, e l’anima stessa del paese.
Le Mighty Ants, Le Formiche Possenti, rappresentano un nuovo sforzo per estendere e capillarizzare ancora di più il network di distribuzione dei libri che abbiamo creato, sia in Europa che negli Stati Uniti e in America Latina, che è andato crescendo in questi primi 8 anni. Ho chiesto ai miei studenti di continuare ad essere empatici, di fare uno sforzo ulteriore e di pre-acquistare 6 copie di ogni libro ricevendo in cambio uno sconto, e di coinvolgere i loro amici interessati alla fotografia in questa catena di micro-distribuzione solidale. Siamo solo agli inizi, ma già sorrido immaginando quando avremo una decina di loro titoli pubblicati dalla BPP. Poco a poco, con lo sforzo di tutti ci riusciremo!
Tra i banchi di scuola, su un foglio di quaderno scegliesti di coniugare il verbo “fuggire”. Before You Grow Up rappresenta un porto sicuro dove attraccare e riflettere durante il cammino dell’esistenza, ma anche un luogo simbolico da cui ripartire. La barchetta di carta è pronta a salpare verso altre trilogie? In futuro ci sarà ancora spazio per Cuba?
Sì, si prospettano nuove trilogie con la preparazione dei Canti Latino Americani in un prossimo futuro. Grazie ai miei workshop, dopo quasi vent’anni lavorando in Brasile, Messico e Perù, auspicabilmente auto-produrremo questi nuovi progetti fotografici su dei microcosmi latinoamericani, che sono anche molto universali! Inizieremo con la prima trilogia di Bahia dedicata a Salvador, la mia nuova Avana. È difficile capire in questo momento che cosa si disvelerà da questo nuovo love affair con Cuba! Staremo a vedere!