di Giulio Di Meo
Il Po, un fiume lungo più di 40 anni
Verrà inaugurata Giovedì 01 dicembre, alle ore 19:30, la mostra fotografica di Roberto Roda “Il Po. Un fiume lungo 40 anni e più. Fotografie dalla sorgente al mare 1974 – 2016″. A seguire si terrà l’incontro, sempre con l’autore, dal titolo “La fotografia etnografica e antropologica” organizzato dall’Associazione Witness Journal.
La mostra Il Po, un fiume lungo più di 40 anni, propone una selezione di scatti che Roda ha riservato al più lungo fiume italiano, al Po e alle sue genti.
La successione delle immagini ha un andamento geografico: segue la corrente del fiume, fornendo una sintesi dalla sorgente alle foci deltizie. Tuttavia, si tratta di una sintesi “idealizzata”, perché le fotografie sono state scattate in un arco temporale che spazia dal 1974 ad oggi. Ognuna di queste immagini è stata tratta, e gioco forza decontestualizzata, dalle sequenze a cui originariamente apparteneva e che costituiscono altrettanti momenti organici di ricerca etnofotografica, dedicati ad argomenti e luoghi ben precisi. Questo provoca, inevitabilmente, un corto circuito, per altro irrisolvibile, perché le immagini così isolate ci appaiono come foto di reportage, mentre sono nate con una differente logica. Essenza del reportage è la sintesi, cioè la capacità di racchiudere il senso di un accadimento nel singolo “fotogramma”. Lo sguardo etno-fotografico invece persegue l’analisi: l’evento (lavorativo o rituale, ecc.) ma anche il paesaggio (umano, architettonico, ecc) vengono sezionati, indagati, cercando di ridurre i significati “soggettivi”, enfatici, poetici, simbolici per privilegiare una restituzione più specificatamente “oggettiva”, documentaria. In pratica ognuna delle foto di questa mostra è orfana del legame con altre immagini contigue. Il significato etno-antropologico va dunque cercato nelle originarie sequenze. Solo ragioni legate alle logiche comunicative dello strumento “mostra”, concedono vita propria alle singole immagini.
L’autore. Roberto Roda è nato nel 1953 a Ferrara. Ha iniziato a fotografare nei primi anni settanta, indirizzando le sue attenzioni alla ricerca estetica, alla fotografia creativa concettuale e costruita.
Negli anni ’70 ha iniziato anche l’attività di studioso dei linguaggi comunicativi popolari e mediatici (fotografia, cinema, fumetto) che lo ha condotto infine a impegnarsi professionalmente nella ricerca etno-antropologica. Nel 1982 è approdato al Centro Etnografico Ferrarese, istituto del Comune di Ferrara istituzionalmente preposto alla ricerca demo-etno-antropologica e alla promozione culturale di base. In questo àmbito ha sperimentato una complessa riflessione sulle applicazioni della fotografia alle esigenze epistemologiche delle scienze umane. Fautore del metodo delle griglie di ripresa nella documentazione delle azioni lavorative, degli eventi rituali, ecc. si è dedicato con pari impegno alla fotografia del territorio, senza per altro aver mai abbandonato la ricerca artistica che continua tuttora e che tiene ben distinta dall’azione fotodocumentaria applicata alle scienze umane.
Ha condotto campagne di documentazione fotografica sui beni etnoantropologici, paesaggistici e del territorio per conto di enti pubblici, istituti culturali, musei in Italia e all’estero. È autore e curatore di centinaia di volumi di carattere fotografico ed etnoantopologico.
Giovedì 10 novembre 2016 – Ore 19:30
Senape Vivaio Urbano | Via Santa Croce, 10/ABC 40122 Bologna