Il Biondi apre le porte

L’ex-orfanotrofio Biondi apre le sue porte per una sera, per raccontarsi e raccontare che, oggi, prima di essere uno spazio abbandonato o occupato, il Biondi è una CASA.

Il Biondi apre le porte 1
Foto di Giulia Pantò

EX-BIONDI: DALL’OCCUPAZIONE ALL’OCCUPARSI

GIOVEDI 15 LUGLIO 2021

DALLE ORE 18 ESPOSIZIONE MOSTRE FOTOGRAFICHE

ORE 18:30 ASSEMBLEA PUBBLICA SU SITUAZIONE ABITATIVA E MINACCE DI SGOMBERO EX BIONDI

ORE 20:30 CENA CON CUCINE DAL MONDO A SEGUIRE MUSICA E CHIACCHIERE

Entrare nel Biondi è un viaggio per uscire dallo stereotipo delle occupazioni. Dal 17 dicembre 2016, ai civici 12 e 14 di Borgo San Domenico a Parma, ha preso vita un’esperienza di abitare collettivo negli spazi dell’ex-orfanotrofio Biondi.

La struttura educativa delle Suore Orsoline, chiusa da alcuni anni, è oggi abitata da circa 70 persone tra adulti e minori, singoli o nuclei famigliari, tutti senza possibilità di avere accesso ad una casa, né dal mercato privato né dal comune.

Come nelle altre occupazioni di Parma, il metodo di gestione della casa è assembleare: si discutono le questioni insieme e insieme si prendono le decisioni, adeguando le proprie esigenze a quelle degli altri.

I nuovi abitanti hanno provveduto in questi anni a mantenere l’immobile in buone condizioni, con interventi di manutenzione e ristrutturazione auto-finanziati.

Da tempo alcune autorità fanno pressione per mettere fine a questa esperienza, senza offrire un’alternativa agli attuali inquilini. 

Queste pressioni non sono il frutto di sollecitazioni da parte del quartiere e del vicinato, che si è sempre rapportato con gli occupanti in modo solidale, portando aiuto nel momento dell’insediamento e parlando con gli abitanti per conoscerne le storie negli anni a seguire. Le pressioni non arrivano neanche da parte dei proprietari, disposti ad un dialogo e alla ricerca di soluzioni comuni.

Oggi il Biondi vuole raccontarsi oltre i confini del vicinato, aprendo le sue porte per abbattere il pregiudizio sull’occupazione.

Il Biondi è da sempre stata una struttura ad uso sociale e la vendita dell’immobile comporterebbe la perdita di una importante struttura ad uso socio/assistenziale necessaria per la città.

Il quartiere Oltretorrente ha bisogno di un tessuto sociale forte, che possa costituire un antidoto popolare contro il devastante individualismo che genera razzismo e violenza. 

Come già sperimentato in altre zone della città, le occupazioni possono costituire un elemento iniziale importante su cui costruire una rete sociale solida, sempre più necessaria per far fronte alla povertà che crea emarginazione sociale.

Dal 30 giugno sono ripresi gli sfratti, a seguito di una pandemia che ha visto dilagare anche la povertà. 
Per questo gli abitanti del Biondi si raccontano in una serata, con l’aiuto delle voci dei vicini di casa, aprendo le porte per uscire da un pregiudizio che contagia.