Una mostra sul lavoro al Festival di Lodi

Ho visto e non più dimenticato è il titolo del progetto sugli infortuni e le morti sul lavoro a cura del segretario generale della Cgil di Lodi, Davide Torbidi, in mostra nello Spazio No-Profit alla quattordicesima edizione del Festival della Fotografia Etica, in corso a Lodi dal 30 settembre fino al 29 ottobre. Negli ultimi due weekend ci saranno al festival il fotografo ucraino Evgeniy Malotetka, Gabriele Cecconi, il fotografo tedesco Toby Binder, Filippo Venturi e María Clauss per Medicos del Mundo.

Ho visto e non ho più dimenticato | Foto di Davide Torbidi

di Marisa Di Sorbo

Ho visto e non più dimenticato è il titolo del progetto sugli infortuni e le morti sul lavoro a cura del segretario generale della Flai Cgil di Lodi, Davide Torbidi, in mostra nello Spazio No-Profit alla quattordicesima edizione del Festival della Fotografia Etica, in corso a Lodi dal 30 settembre fino al 29 ottobre.

Socio della nostra associazione Witness Journal, Torbidi è impegnato da sempre in prima linea a difesa dei lavoratori con un’attenzione particolare alla sicurezza sul lavoro. La mostra, che si trova nel suggestivo chiostro dell’ospedale vecchio di Lodi, si apre con immagini crude, che inchiodano. Anche quest’anno, da gennaio a luglio, secondo i dati pubblicati dall’INAIL, il bilancio delle persone morte sul lavoro è drammatico: sono 559 le vittime, di cui 430 in occasione di lavoro e 129 in itinere, con una media di 80 vittime al mese, un dato che mette i brividi. Proprio a questi numeri Davide Torbidi ha voluto dare un nome e un cognome, sfumature e dignità.

Nelle immagini vengono ritratti volti e corpi, in un bianco e nero delicato ma incisivo, in un ritmo senza tempo, occhi che urlano giustizia senza chiedere. Storie fatte di dolore, diverse nella loro crudeltà, ma unite da un unico filo, che intreccia la sofferenza di chi è stato colpito da una grave disabilità a quella dei familiari che vivono nel ricordo del proprio compagno o compagna, figlio o figlia, genitore. Torbidi offre uno sguardo per aiutarci a guardare l’altro con più responsabilità. E, allo stesso modo, ci pone davanti lo sguardo di donne e uomini che hanno pagato sulla loro pelle un sistema che mira al solo profitto. 

La notizia di una vittima sul luogo di lavoro, quando arriva, produce un nodo alla gola, ma presto tutto viene macinato nel vortice della quotidianità che travolge. Da qui l’importanza della battaglia di Torbidi per non dimenticare, perché c’è chi resta, chi resiste, chi fatica, chi silenziosamente ingoia ingiustizie, e poi c’è chi non c’è più, a cui dobbiamo degna memoria. Il fotografo restituisce, attraverso queste immagini che parlano il linguaggio forte del dolore e della dignità, una forza disarmante.

La documentazione fatta da Torbidi offre uno strumento per provare a cambiare un sistema radicato da troppo tempo, ponendo al centro il diritto alla vita, e preservandola nella sua totalità. Un diritto che deve essere di tutti e tutte, non un privilegio di pochi. Frammenti che hanno la capacità di racconto e di ascolto, che diventano spazio di emozione e di timore del futuro. La mostra di Torbidi resta una questione politica che deve interrogarci, perché la nostra Costituzione sancisce il diritto al lavoro, dove però sia garantita dignità sociale.

Ho visto e non ho più dimenticato | Foto di Davide Torbidi

Quella di Torbidi è una delle 20 mostre in corso a Lodi, dove sono stati coinvolti quasi 100 fotografi, da 40 paesi e 5 continenti. Un appuntamento atteso che ogni anno porta al centro moltissime tematiche sociali, attraverso lo sguardo di chi ha la capacità di raccontare e documentare.

Il festival – pieno di mostre, presentazioni, workshop, letture e proiezioni – viene organizzato ogni anno, dal 2010, dai volontari del gruppo Progetto Immagine, con lo scopo di divulgare e sensibilizzare attraverso le immagini. Di grande rilievo il concorso internazionale World Report Award del Festival di Lodi, Documenting Humanity, dove protagonista è l’umanità, con le sue vicende pubbliche e private, piccole e grandi storie, fenomeni sociali e di costume.  

All’interno degli spazi del festival sono visitabili anche la mostra ufficiale del Word Press Photo 2023, il concorso internazionale di fotogiornalismo più prestigioso al mondo, e la sezione “Uno sguardo sul mondo”, che documenta gli effetti del cambiamento climatico sul mondo intero. Nello spazio “Le vite degli altri” invece viene messo in luce il rapporto tra le persone e il luogo in cui vivono, i cambiamenti che influenzano e modificano la società. Infine, “Elegia Lodigiana”, racconta il territorio che ospita il festival, partendo dalle radici per arrivare al presente, fatto di ombre e luci.  

Il festival include anche il circuito OFF che porta le mostre fotografiche in diversi luoghi della città, come negozi, bar, ristoranti e gallerie. Mentre il team educationaldel festival organizza visite guidate per scuole e laboratori fotografici per bambini e ragazzi.

Il quarto e penultimo fine settimana del Festival della Fotografia Etica, in corso a Lodi, sarà anche Book Weekend! Alle visite guidate con gli autori delle mostre e ai laboratori per i più piccoli si affiancano, infatti, diverse presentazioni di libri grazie allo Spazio libri organizzato dal festival in collaborazione con la casa editrice emuse.

Per tutte le informazioni www.festivaldellafotografiaetica.it/